Basket
Quando andavamo in Polonia
di Stefano Olivari
Pubblicato il 2009-09-14
L’Italia di Recalcati e dei ragazzi Nba (che però hanno quasi tutti, la Francia poi più di tutti, anche se poi per vari motivi non ci sono: in Polonia fra 16 nazionali al via ce n’erano in totale 15) sta forse guardando in streaming l’Europeo che si sta avviando verso i momenti decisivi. Di sicuro non lo sta giocando. Nemmeno all’unico precedente torneo giocato in Polonia le cose andarono bene per gli azzurri, dodicesimo posto su sedici partecipanti, ma almeno ci si qualificò. In un contesto con venti nazioni in meno rispetto a quelle iscritte oggi a FibaEurope, va precisato. Quella di Nello Paratore era una nazionale semi-sperimentale, che dei grandi schierava solo Paolo Vittori, ben diversa da quella che qualche mese prima si era fatta onore ai Mondiali (sì, nello stesso anno) in Brasile: con Riminucci, Lombardi, Gatti, eccetera. L’Europeo fu vinto dall’Unione Sovietica allenata da Alexander Gomelski: per il colonnello fu la prima di sei vittorie in questa manifestazione, per tacere del resto (dall’ASK Riga al CSKA, passando per titoli olimpici e mondiali con l’URSS). Secondi i padroni di casa e terza la Jugoslavia unita allenata da Aza Nikolic, che in campo aveva Radivoj Korac e Trajko Rajkovic: fenomenali attaccanti accomunati dalla classe, dagli argenti internazionali alle spalle dell’URSS (ma Rajkovic fece in tempo a vincere l’oro mondiale del 1970 con la squadra di Cosic e Solman), dall’esperienza italiana (Korac avrebbe giocato a Padova, Rajkovic a Livorno) e dalla morte. A un anno di distanza, entrambi in un incidente stradale come il più grande europeo di tutti.