Porta socchiusa per i patrioti

2 Luglio 2008 di Stefano Olivari

Della Nazionale futura ci saranno mille occasioni di scrivere, ma non occorre essere Nostradamus per prevedere che per un po’ si parlerà solo dei ritorni di Totti e di Nesta. Almeno fino a quando l’Italia Due di Lippi non assumerà una fisionomia chiara ogni nome sarà buono per buttarlo in pasto al proprio bacino geografico di lettori. Sull’argomento ‘Grazie Marcello’ (chi era leone con Donadoni tornerà adesso pecora reggimicrofono) è stato ambiguo, spiegando che chi lascia la Nazionale non dovrebbe farlo in maniera definitiva ma temporanea: forse scherzava, o stava recitando (benissimo) la parte dell’italiano che trova un accomodamento per tutto, di sicuro la porta per entrambi è tutt’altro che chiusa. Così come per i patrioti Amauri e Taddei, che il c.t. potrebbe proporre prima del prevedibile infischiandosene del fatto che si sentano brasiliani (anche per il non trascurabile motivo che lo sono). Dal punto di vista dello spogliatoio saprà di certo ricreare quel clima positivo che riuscì a portare per qualche mese addirittura all’Inter e dal punto di vista tecnico vale gli altri allenatori di primo livello, con preferenze che sono sfumature: certo che Ancelotti è dello stesso rango, ovviamente anche Capello, con i club Mancini o Spalletti non hanno certo fatto peggio di lui se si rapporta il risultato al valore della rosa (poi c’è chi ti confronta gli scudetti di Trapattoni con quelli di Zeman, ma non c’è speranza). Tatticamente non è l’unico al mondo a proporre un 4-4-2 flessibile, la sua vera forza è quella di coinvolgere tutti senza essere autoritario: in questo senso la sua immagine pubblica inganna, a detta di quasi tutti i suoi ex giocatori.

stefano@indiscreto.it
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