Operazione Zingaro Avido

20 Maggio 2009 di Stefano Olivari

Continuiamo a ricevere mail più incredibili dello spamming tipo ‘I’m the son of the former Prime Minister of Nigeria…’. Di due tipi: richiesta di chiarimenti per cose che scrive la Settimana Sportiva (non ci lavoriamo più da sette mesi e ci pentiamo di averlo fatto a suo tempo, per giunta gratuitamente, fidandoci di promesse cialtrone) attuale e lamentele perchè di fatto non abbiamo parlato dello scudetto dell’Inter se non sul piano del cazzeggio. La risposta è una sola: rispettiamo il marketing e sappiamo che si vende di più nel bene che nel male (i giorni post vittorie di Mondiali, Champions e scudetti per i giornali sportivi sono una festa), ma non dovendo convincere nessuno ad andare in edicola, districarsi fra gormiti e riviste di tatuaggi, per finalmente arrivare al caro vecchio quotidiano, possiamo passare oltre. Chi non è d’accordo riceverà via mail la raccolta dei pezzi di Gianfelice Facchetti o di quelli stereo di Severgnini. Però vogliamo davvero parlare di Inter, per sottolineare su vari media la sottile ed elegante operazione ‘Ibra zingaro avido’. Non occorre essere Raiola (o Moggi, per la precisione) per indignarsi ascoltando servizi soprattutto televisivi in cui lo svedese ‘avrebbe già firmato’ indifferentemente con Barcellona o Real Madrid (stesso autore, in due giorni diversi) o leggere Vecchioni che dalla sua poltrona imbottita di biglietti omaggio morattiani lo definisce con classe ‘Bocca di Rosa’. Come già per Kakà ai tempi del City, lo schema del mercenario che chiede sempre di più fa presa sul popolo: al di là della ovvia considerazione che si potrebbe fargli rispettare il contratto (!!!) e che tutti a questo mondo ci riteniamo sottovalutati, uno dei tre schemi dell’Inter insieme a Julio Cesar e a Maicon potrebbe davvero andarsene ed il terreno va quindi preparato con cura. Il solito Moratti, insomma, ma con due fortune: la Fiat intesa come potere di condizionamento politico è al tramonto e sta cercando di morire insieme a Chrysler ed Opel (senza pagarle! Marchionne genio…), mentre Berlusconi non può più rimediare cash agli errori suoi e di chi gli perde 70 milioni all’anno.

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