Muurinen di gomma

26 Ottobre 2009 di Alec Cordolcini

di Alec Cordolcini

1. Presso i tifosi dell’HJK Helsinki il tecnico Antti Muurinen gode delle stesse simpatie che gli italiani non juventini hanno per Marcello Lippi. Per sette lunghi mesi dalle gradinate del Finnair Stadium i “Sakilaiset”, uno dei due gruppi di tifo organizzato del club, hanno intonato incessantemente il coro “faremo festa quando Mursu (nomignolo di Muurinen, ndr) avrà levato le tende”. La stampa specializzata non è stata meno tenera, definendo il gioco dell’HJK “calcio spazzatura”, ogni commento risulta superfluo. Piccola nota: l’HJK di Muurinen ha appena vinto il campionato finlandese 2009, interrompendo così un digiuno da titolo nazionale che durava dal 2003.
2. Non è stato un successo esaltante né quella cavalcata impetuosa ipotizzata alla vigilia quando un mercato importante, supportato da una capacità di spesa con pochi eguali nella Veikkausliiga, aveva collocato il club in pole-position nella griglia di partenza. E proprio qui per Muurinen sono nati i problemi. Il tecnico, reduce da una stagione mediocre alla guida della squadra (che aveva portato al titolo nel 1997 e alla fase a gironi di Champions League nella stagione successiva, prima di diventare ct della Finlandia), è stato accusato di guidare una Ferrari come se fosse un Maggiolino. Per larga parte della stagione il suo HJK è in effetti sembrato una squadra di First Division inglese anni Settanta catapultata per sbaglio nel nuovo millennio. Un palla-lunga-e-pedalare di rara bruttezza, tanta fisicità e schemi incapaci di contemplare qualcosa che fosse un pizzico più elaborato di un passaggio in orizzontale al compagno più vicino oppure di un lancio in profondità per la punta-torre. Dopo il calcio veloce e spumeggiante dell’Inter Turku campione di Finlandia 2008, per la Veikkausliiga si è trattato di un brusco ritorno alla realtà.
3. Nessun giocatore dell’HJK ha chiuso il campionato in doppia cifra. Si sono infatti fermati a quota 8 i due migliori giocatori stagionali della squadra, l’esterno Dauda Bah, nazionale del Gambia, e la punta Juho Mäkelä. Il primo, capocannoniere dell’Ykkonen (la serie cadetta finlandese) nel 2005 con il KPV, è stato l’autore della rete-scudetto nell’ultima giornata di campionato contro lo Jaro (1-1 il risultato finale di un incontro, al solito, modesto), e si è rivelato essere uno dei pochi elementi della squadra in grado di regalare un pizzico di brio e di imprevedibilità. Lo scorso anno fece litigare l’HJK e la Federcalcio del Gambia perché non si presentò in Finlandia nei tempi prestabiliti dopo un incontro di qualificazione alla Coppa d’Africa. Poco dopo si scoprì che la Federazione, intenzionata a fare economia, non aveva acquistato il biglietto di ritorno al giocatore. Mäkelä per contro è un cavallo di ritorno rivelatosi vincente; tipico attaccante d’area, forte fisicamente ma non disprezzabile nemmeno con la palla tra i piedi, Mäkelä è stato capocannoniere della Veikkausliiga 2005 con l’HJK, prima di intraprendere un viaggio che lo ha portato ad Edimburgo (Hearts of Midlothian, dove viene ricordato per una tripletta all’Alloa in Coppa di Lega), Fürth (casa del SpVgg Greuther Fürth, Zweite Liga tedesca), Thun, Waalkwijk e Ascoli, in questi ultimi tre casi solo per dei provini non superati. Menzione speciale anche per il centrocampista centrale Aki Rihihilati, uno dei giocatori più amati dai tifosi del Crystal Palace nell’anno del ritorno Premier League, stagione 2004-2005, omaggiato con tanto di striscione “Aki 15” posizionato dietro una porta del Selhurst Park.
4. Il bel calcio lo si è visto a Espoo e Turku, grazie a Honka e TPS, piazzatesi rispettivamente seconda e terza, pur totalizzando lo stesso numero di punti. Decisivo per gli uomini guidati dall’ex Perugia Mika Lehkosuo il 9-0 con il quale hanno schiantato il disastrato RoPS, autore di una figuraccia che ha indispettito numerosi supporter neutrali che simpatizzavano per il club di Rovaniemi e la sua bizzarra selezione composta in gran parte da giocatori africani. Ma un tale sfacelo tattico-atletico, nemmeno in campo ci fossero andati gli amatori del Pallohonka o del Real Kokkol, non ha causato rimpianti per la retrocessione del club, finito tristemente sul fondo della classifica. Il posto verrà preso dall’Ac Oulu. Sorrisi invece in casa Honka, dove negli ultimi quattro anni sono arrivati due quarti posti e due piazze d’onore. Del club di Espoo anche la coppia gol più prolifica, composta da Hermanni Vuorinen (16 gol, capocannoniere della Veikkausliiga) e Jami Pustinen (12). Per il TPS (sì, è proprio il vecchio Turun che nell’87 espugnò San Siro grazie a Mika Aaltonen) invece il contentino della qualificazione all’Europa League, anche se resta un po’ di amaro in bocca per non aver saputo garantire un pizzico di continuità in più a quel calcio tonico e arrembante che ha sorpreso molti. Tre nomi da seguire: il nigeriano Babatunde Wusu, la punta Wayne Brown (classe ’88), in prestito dal Fulham, e la giovane mezzala Riku Riski (89).
5. Chiudiamo tornando a Muurinen, calcisticamente uomo fuori dal tempo ma contemporaneamente anche gentleman dai modi e dai toni pressoché sconosciuti nel calcio odierno. Il titolo lo festeggerà con una bevuta ed una sauna assieme al suo amico Olli-Pekka Lyytikainen, nientemeno che il proprietario dell’HJK nonché uno dei pochi fan (ma indubbiamente il più importante) del tecnico. Poi si comincerà a preparare la prossima stagione. E le critiche? “Non si può piacere a tutti. Siamo nel 21esimo secolo, dobbiamo abituarci all’idea che non tutti la pensino allo stesso modo”. Chapeau, mister Muurinen. E tante scuse per il paragone con Lippi.
wovenhand@libero.it
(in esclusiva per Indiscreto)
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