Mistero Buffa

14 Giugno 2012 di Fabrizio Provera

Anima divisa in due, Indiscreto si barcamena fra notti Nba e serate di playoff italiani. Qualcuno forse non lo sa (su certi quotidiani si trovano a malapena i risultati), ma da noi siamo arrivati all’annunciata sfida finale fra Siena e Milano. Ieri sera al Forum si è palesata una notevole divergenza tra le componenti elleniche delle due formazioni: se Nikos Zizis sembra aver metabolizzato il declino monetario greco, sfoderando una prestazione davvero eccellente, i dioscuri dell’Olimpia – Fotsis e soprattutto l’enigmatico Bourousis – hanno reso come i titoli di Stato del governo di Atene: l’outlook delle agenzie di rating sul loro rendimento  sarebbe un BBB(-).  E lo diciamo pur non essendo affatto estimatori di Fitch, Moody’s e compagnia bancaria transnazionale ed apolide.

Abbiamo perciò ripiegato sul pronostico delle finali Nba appena cominciate, alla vigilia della gara 2 tra Okc e Miami, interrogando personaggi particolarmente autorevoli. Guido Bagatta, di fronte agli eccellenti involtini di pesce spada dell’area hospitality del Forum (la cosa migliore che viene servita, assieme alle tartine al latte con prosciutto crudo: il wine&food writer che è in noi, sapete…), si è sbilanciato nettamente: “Credo vincerà Oklahoma, e per tante ragioni. Kevin Durant è arrivato a un livello mostruoso, tecnico e fisico. A 23 anni ha le potenzialità per diventare l’assoluto dominatore della Lega, come e meglio di Lebron. Aggiungiamoci la spinta emotiva e la condizione di Oklahoma, ed ecco spiegato perché ritengo che Kd, Westbrook ed Harden possano conquistare il loro primo anello”. Bagatta è sicuro, come il 99% di chi segue il basket, del successo del Dream Team 2012 alle Olimpiadi di Londra: “Con un quintetto composto da Durant, Kobe, Lebron, Dwight Howard e un qualsiasi quinto giocatore tra quelli del roster, non c’è storia”.

Tra il rammarico dei 10.300 presenti e palpitanti al Forum, Danilo Gallinari era in abiti ‘civili’: Milano rimpiange e rievoca, del resto l’ultima vittoria contro la corazzata senese era giunta a novembre,  col figlio di Vittorio in calzoncini e maglietta, non in t-shirt, e montatura degli occhiali nero scurissimo, curiosamente quasi identica a quella sfoggiata sempre ieri da David Moss. Avviciniamo Danilo, al solito estremamente cortese e disponibile, e lo sottraiamo dal profluvio di flash e foto ricordo (cui il ragazzo, che fisicamente ci è parso ancora più muscoloso dell’autunno scorso, si concede senza battere ciglio). Danilo, come finirà tra Okc e Miami? “Sono convito che vincerà Oklahoma. Condizione fisica e mentale sono dalla loro parte, anche se la serie è soltanto agli inizi”. Un’opinione condivisa anche da coach Dan Peterson, per la cronaca: abbiamo ascoltato pure il suo parere.

A malincuore, per il nostro spirito patriottico e nazionalista, c’è un altro match dove non sembra esserci partita: quello ‘immaginario’ tra i commentatori di mamma Rai durante questi play-off e le prestazioni ‘assolute’ del duo Flavio Tranquillo-Federico Buffa, che pur avendo congedato a malincuore gli Spurs del guru Popovich (a  nostro avviso le gare disputate da San Antonio sono quelle maggiormente nelle loro ‘corde’, tecniche e soprattutto emotive) stanno confermando una bravura ed una professionalità sconosciute altrove. Lo diciamo a corredo della polemica innescata da Franco Bragagna contro Sky e Fabio Caressa: consideriamo Bragagna un ottimo commentatore, ma cosa dovremmo dire della sfilza di flash-pivot a ripetizione, dei circa 135 ‘straordinario’ del pur simpatico Michelini, specie se comparati coi commenti alla Quentin Tarantino di Buffa e Tranquillo, dove si mischiano accenni tecnici a  riferimenti a Gianbattista Vico, ad Aza Nikolic, all’infinita e sterminata aneddotica di Buffa sulle gesta dei protagonisti Nba ai tempi di college ed high-school?

Sospettiamo che Buffa disponga di un archivio segreto sulle carriere scolastiche di tutte le star Nba, a partire dai tempi dell’asilo sino alla laurea: qualcosa di equiparabile ai dossier di J. Edgar Hoover. Il suo archivio è un mistero, così come la sua bravura nel renderlo digeribile a noi tutti senza annoiare. Grazie a Buffa (fonte Black Jesus) abbiamo scoperto che Allen Iverson venne concepito in una notte del 1974 senza penetrazione, frutto del rapporto tra la madre Ann ed un gangster dalla fedina penale più lunga di Matteo Messina Denaro, a quanto pare. Un autentico miracolo, più o meno 1974 anni dopo i fatti di Betlemme. Grazie a Buffa abbiamo appreso dello scarso talento da rapinatore di Reggie Harding, stella di Detroit ed Indiana tra il 1963 ed il 1968, quando questo ‘gangsta’ entrò travestito in una drogheria e venne riconosciuto dal proprietario: “Piantala Reggie”, e lui che replicò con uno straordinario “Non sono io, lo giuro!”. Tutto raccontato benissimo, quasi tutto impossibile (per noi) da verificare: ma a chi importa?

Aneddoti a parte, si esce da una telecronaca di Tranquillo e Buffa con la sapienza cestistica acquisita in un clinic. Non ce ne vogliano i pur volonterosi e generosi Attilio Caja, Stefano Michelini ed Edi Dembinski, ma non c’è proprio partita. Un po’, scusate il cantuckysmo latente che è in noi, come tra questa Siena e questa Milano. L’anno prossimo saranno altre storie, ma soprattutto altri roster e forse altri risultati.

Fabrizio Provera, da Assago (14 giugno 2012)

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