Calcio
L’uomo nuovo costruisce
Stefano Olivari 14/05/2009
Segnalazione live dal Grande Raccordo Anulare, dove Carlo sta ascoltando gli interventi presso varie talk radio romane (a Milano ce n’è purtroppo una sola, che si sente solo a Buccinasco e dintorni) ed osserva una clamorosa differenza nelle argomentazioni. Da una parte i presunti aspiranti compratori (ormai cinque, fra ufficiali e ufficiosi) ed i loro trombettieri mediatici, con la loro retorica dello stadio di proprietà, che deve vivere sette giorni alla settimana, con centro commerciale, area massaggi e cinema multisala: roba alla Ciuccariello, solo confezionata meglio, in aziendalese da Sergio Vastano (”Giorgio Aleari, il manager…”). Dall’altra i tifosi, che sommessamente (magari questi genii incompresi dei giornalisti sportivi conoscono segreti della finanza a noi ignoti) si chiedono perchè l’Olimpico non vada bene: lo spettacolo di Lazio-Sampdoria è fresco, quello di Manchester United-Barcellona sta per arrivare, nell’ultimo mezzo secolo mai nessun dirigente di Roma e Lazio si è preoccupato della scarsa visibilità dovuta alla pista di atletica digerendo anche la nona corsia di Nebiolo. Lo schema è banale, ma vale la pena ricordarlo: la pressione sociale derivante dall’essere proprietari della Roma (mettiamo) porterebbe alla concessione di un’area edificabile (magari con cambio di destinazione da agricola e magari bis in zone limitrofe a terreni di amici), di finanziamenti a tassi stracciati da parte del Credito Sportivo, di licenze commerciali a raffica. In più questi ‘investimenti’ (con i soldi pubblici, secondo lo storico modello Fiat) consentirebbero di giustificare presso media conniventi l’allestimento di una squadra da battaglia ma senza ambizioni di scudetto. Domanda: ma se era così facile perchè non l’hanno fatto i Sensi? Risposta uno: perchè sono stati fra i pochi a mettere nel calcio soldi veri, visto che l’ambizione era portare in alto la Roma (a provarlo è l’abbattimento del patrimonio familiare) più che cementificare una qualche periferia. Risposta due, che non è in contraddizione con la uno: non gliel’hanno fatto fare, si sono messi nelle mani di Berlusconi fuori tempo massimo. Conclusione: se non sarà un costruttore sarà un amico di costruttori. Altro che Florentino Perez che arriva con Kakà, Ibra o Cristiano Ronaldo, l’uomo nuovo porterà pizzerie e supermercati. Facendoseli anche finanziare da noi.