Cantucky

L’unica partita della Fox Town

Fabrizio Provera 08/02/2013

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Attorno alle dieci e mezzo della sera- attorniati da frotte di varesotti festanti e da un freddo gelido – ieri ce ne stavamo sul ponte adiacente il Forum di Assago, a domandarci se buttarci giù per la dolorosa sconfitta di Cantucky contro l’Acea Roma o per il numero infinitesimale di ‘perculate’ successive al pezzo dove avevamo pronosticato una semifinale tra Armani e la nostra amata Fox Town (ei fu, lo sponsor era legato solamente alla Coppa Italia. Almeno per ora). Tuttavia, siccome sapevamo della clemenza dei lettori Indiscreti, abbiamo deciso di rincasare con la piva (romana) nel sacco. Vi vogliamo però trasmettere ugualmente le sensazioni e gli highlights della prima giornata di Final 8, carpendo o cercando di carpire dai due incontri quello che si può cogliere unicamente al palazzo, e che il tubo catodico non trasmette.

Anzitutto va fatto un raffronto con l’edizione 2012 giocata a Torino: nei primi due giorni, l’anno scorso, ci furono circa 3000-3500 spettatori, mente ieri ad Assago ce n’erano quasi 8000 (7730 e rotti, per l’esattezza), con tanti bei volti del calcio- Galliani, Allegri, Bergomi, Albertini, il redivivo Galeone con indosso un maglione accecante- e tante signorine poco vestite nonostante il clima; le stesse signorine che Torino, città triste e sabauda, manco se l’erano filata. La Cantucky di ieri è tutta nella dichiarazione finale di Andrea Trinchieri, il Poeta Guerriero, dicitore fine e superbo: ‘Siamo stati impresentabili’. Del resto, la privazione di Markoishvili ha cagionato danni tecnici e motivazionali forse irreparabili; Tyus, che unico poteva contrastare meglio e di più l’atletismo dilagante di Lawal e Czyz, era in un letto d’ospedale; Stefano Mancinelli ha commesso cinque falli e fatto vedere ben poco; nel finale, e non solo, Luigi Lamonica (cotanto arbitro) e fischietti ci hanno fatto rimembrare l’assunto di Aldo Giordani, secondo cui le vittorie nel basket sono decise dai fischi arbitrali. Ciò detto, la Roma pane e cicoria di Calvani vince con indubbio merito, grazie a un Datome che secondo noi è entrato nella fase terminale della sua grande militanza virtussina: Gigi ‘Bandiera’ ha fatto crescere attorno a sé un collettivo giovane di carneadi che saltano come molle, in campo e in panchina, mettendoci tanti di quegli attributi da stecchire un toro. Vorremmo davvero sbagliare, ma se Cantucky non trova dentro di sé motivazioni nuove, le posizioni di vertice (anche ai playoff) ci saranno inibite. E si piange..

Dopo Milano-Varese vista dagli spalti del Forum ribadiamo che l’EA7 resta una sommatoria di individualità scisse tra loro; che dopo aver forse azzeccato la mossa tecnica del mese (Fotsis sesto uomo), Scariolo ha rimesso il greco in quintetto, facendolo tornare il Don Abbondio del parquet: senza grinta, senza ritmo. A un certo punto, sotto i nostri occhi, stava per cadere rovinosamente a terra (in penetrazione dal post basso) senza che il suo difensore neppure lo sfiorasse. Varese impressiona: per coesione, coraggio, lucidità, spirito da killer dei canestri. Vitucci ha in mano il titolo di miglior allenatore dell’anno; Mike Green è il play che Cantù ha prima trovato e poi perso, dopo il purgatorio in Legaude (adesso abbiamo Kevin Anderson…); Achille Polonara, l’uomo che ti uccide col sorriso leggero, fa sempre più la gioia di Sergio Tavcar, che l’ha ribattezzato Polonarac. Mettiamoci un pubblico eccitato come non era più successo dal 1999 (a occhio più di 1500 varesotti, ieri al Forum) ed ecco il risultato. Altri pronostici? Ma sì, tanto ormai di pernacchie ne abbiamo prese a sufficienza, inoltre questo è l’ultimo pezzo sulle Final 8 che scriviamo, da oggi ci tocca un ritiro di espiazione tra Carimate, Figino Serenza e Rovagnate: a naso, percepiamo una possibile finale Varese-Sassari. Dopodiché, questa sera, potremmo trovarci con Brindisi e Reggio Emilia in semifinale.

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