Lungamente Barazzutti

27 Febbraio 2007 di Stefano Olivari

SECONDA PUNTATA – Torniamo sulla vicenda Barazzutti-La7, giusto per pignoleria. Ovvero: il presidente della Federtennis ha scusato il suo ct – che invece di presenziare alla Davis per studiare i nostri prossimi avversari si è dedicato a fare il commentatore di un challenger per il digitale terrestre – dicendo che li aveva visti “lungamente” agli Australian Open. Vero: Dudi Sela, uno dei due singolaristi, a Melbourne ha passato le qualificazioni ed è approdato al secondo turno dove ha perso contro Safin. Vero anche che il doppio Erlich-Ram è perfino arrivato agli ottavi di finale. Ma Okun? Beh, il miglior giocatore israeliano a Melbourne non c’era perché quest’anno, giusto in quel periodo, era impegnato in un challenger a Durban. Ma forse anche quel torneo era trasmesso su La7… CERCASI FILIPPO – Che fine ha fatto Filippo Volandri? L’abbiamo trovato nel sito Atp sotto il capitolo 2007, eccolo dunque: Doha, sconfitto al primo turno da Murray; Sidney, sconfitto al primo turno da Becker; Australian Open, sconfitto al primo turno da Gasquet; San Paolo, sconfitto al primo turno 6-3, 6-1 da Kuerten, attuale numero 1076 e tornato all’attività dopo una serie di infortuni ed alla vittoria dopo 17 mesi. Certo, si sa che Volandri è concentrato solo sulla terra rossa. Probabilmente in Brasile si giocava sulla sabbia. RIVOLUZIONE – Più che una rivoluzione sembra una rivolta: il Queen’s, ovvero il secondo torneo sull’erba più importante dopo Wimbledon, ha rifiutato il sistema del round robin che l’Atp dava per scontato. In sintesi: per un sistema del genere ci vorrebbero otto giorni, la domenica precedente c’è la finale del Roland Garros, se salta qualche partita per pioggia non si può recuperare. In pratica: “L’esperimento finora ha avuto un successo limitato ed ha provocato le lamentele di alcuni giocatori e confusione tra il pubblico”. Appunto… COACHING – Brad Gilbert, l’uomo che ha portato ai vertici gente come Agassi e Roddick e ora farà lo stesso con Murray, ha criticato l’ostracismo dell’Atp nei confronti degli allenatori durante le partite: “Nel circuito femminile ci stanno provando, perché non testiamo anche noi la possibilità del coaching? Sono sicuro che il pubblico non se ne accorgerebbe neanche se ci lasciassero 5 minuti per parlare con i nostri giocatori. In coppa Davis succede già”. Sposiamo la tesi, anche se Federer non è d’accordo. Ma lui è di parte: ha forse bisogno di un coach? NON CI CREDERETE – Avete presente Patty Schnyder, la svizzera dal grande talento che fisicamente, senza offesa, potrebbe essere lo spot vivente di un formaggino coi buchi? Anche se la sua storia personale – una fuga dalla famiglia con un santone-allenatore e un fidanzamento poi diventato matrimonio con l’investigatore privato che i genitori avevano mandato per salvarla – sembra fatta apposta per la cronaca rosa e sotto certi aspetti meno rosa. Ebbene, la Schnyder (che quest’anno pubblicherà le sue memorie) nel frattempo s’è fatta pure un calendario: vedere per credere. In un mondo dove servono i personaggi, più che le persone, almeno lei è un personaggio vero.

Marco Lombardo
marcopietro.lombardo@ilgiornale.it

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