L’ultimo Nocioni

25 Ottobre 2012 di Fabrizio Provera

Lo aspettiamo tutti, con trepidazione e un po’ di venerazione. Il match di Eurolega che questa sera, al Forum, oppone l’Armani Milano al malandato Caja Vitoria, pezzo pregiato dell’aristocrazia cestistica europea (anche se dalle parti di Vitoria aristocratici e nobili, per motivi socio-politici, non sono poi così popolari…), è un match da non perdere. A incrociare le braccia e soprattutto i gomiti, per la sfortuna dei malcapitati lunghi di Scariolo, arriva infatti Andres Nocioni, El Chapu, che ha appeso al chiodo le maglie dei Bulls e dell’Nba per svernare in Europa. Il mitico Chapu, classe 1979, comincia a imboccare – copyright Guido Bagatta– il viale del tramonto cestistico. Ma resta un cliente scomodo per tutti, un avversario ardimentoso e da temere, da rispettare.

La grandezza di Nocioni deriva ovviamente dal suo ruolo di protagonista in seno alla nazionale argentina, di quella Generacion Dorada che ha conquistato il gradino più alto alle Olimpiadi di Atene del 2004, prendendo a schiaffi l’Italia di Basile, Pozzecco e Dodo Rombaldoni (10 punti per lui, in quella finale: chi se lo ricordava?). La grande Argentina di Nocioni, Manu Ginobili, Luis Scola, Carlos Delfino e Ruben Magnano, che assieme al Direttore abbiamo visto dal vivo a Londra, in agosto (dopo ricco pranzo in un ristorante indonesiano di Stratford) soccombere al cospetto di una Nazionale Usa in stato di grazia ‘cibonesca’, con i 15 punti quasi-in-fila di Carmelo Anthony, frutto di  tiri presi da distanze siderali. Comunque sia, la Generacion Dorada è stata e rimarrà per sempre una vera emozione per gli amanti del basket; i giochi a due tra Ginobili e Scola andrebbero proiettati obbligatoriamente nelle scuole, di basket e non solo. Chissà se, davanti a tanta forza, Ioannis Bourousis confermerà i progressi di inizio stagione e il suo ritrovato carisma da leader; i 4 assist ‘smazzati’ lunedì sera, congtro Roma, hanno dimostrato quanta sapienza tecnica ci sia in quelle mani. Comunque onore al Chapu, assisteremo trepidanti alle sue evoluzioni.

Domani sera, invece, la nostra amata Cantucky incrocia le spade col Khimki, formazione moscovita nata nel non certo lontano 1997, ma cresciuta in fretta grazie ai rubli sonanti delle privatizzazioni energetiche russe. E’ un match da dentro o fuori, perché la terza sconfitta consecutiva segnerebbe irrimediabilmente i destini di Cantucky. Quindi c’è una sola strada per i ragazzi di Trinchieri, che troveranno sicuro conforto nei villani del PalaGladiatori. D’altro canto, Trinchieri è reduce dalla vittoria sofferta contro la neo promossa Brindisi, ma soprattutto dall’elogio sperticato (e sommamente nobile) al peggiore dei suoi, Jerry Smith. Che, dopo 16 minuti di puro e assoluto ‘ciapanò’, per dirla col maestro Giordani, ha ricevuto la lode del Popovich brianzolo: “Smith è stato il più entusiasta per la grande prestazione del suo cambio, John Tabu. Ed è un giocatore che ogni giorno dà il massimo per migliorarsi. Quindi, nel momento di maggiore difficoltà, è un uomo che suscita nel suo allenatore un grande sentimento di ammirazione”. Avanti così, coach. Siamo certi che la risposta di Smith, e del sonnolento Marty Leunen, The Brain, saranno elementi determinanti.

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