L’eroe dei due sport

7 Dicembre 2008 di Stefano Olivari

Ogni popolo pensa di avere inventato il calcio, ma per la sua versione moderna questo sport deve tutto all’Inghilterra. E l’Inghilterra deve moltissimo a Charles William Alcock. La sua storia è quella tipica dei pionieri dello sport: sognatori, medio-borghesi, appassionati e disposti a dedicare la propria vita a un’idea. Spesso partendo dal giornalismo, come al solito un mezzo piuttosto che un fine. Nato nel 1842 a Sunderland in una famiglia numerosa, Alcock studiò ad Harrow e lì diventò pazzo per calcio, cricket e tutto quanto fosse collegato ad una palla. Nel 1959 fondò insieme al fratello John il Forest Club e poi nel 1863 i Wanderers. Attaccante potente ma un po’ lento, Alcock aveva un gran tiro o perlomeno si vantava di averlo avuto. Alcock fu giocatore, giornalista non solo calcistico, arbitro, dirigente e segretario della Football Association. In questa veste ebbe nel 1871 un’idea destinata a cambiare il calcio: la Football Association Challenge Cup, torneo ad eliminazione diretta, che oggi conosciamo come FA Cup. Insomma, la Coppa d’Inghilterra. Alla prima edizione, stagione 1871-72, dei cinquanta componenti la FA parteciparono solo in quindici: finale Wanderers-Royal Engineers, con vittoria uno a zero, gol di Morton Betts, e coppa ai Wanderers. Alzata dal capitano, ovviamente Charles Alcock. Che non si fermò: più per diffondere le regole della FA in Scozia, con lo spirito un po’ colonialistico dei commissioner delle grandi leghe, che per nazionalismo il segretario della FA (lo era diventato nel 1870) incominciò a lavorare ad un progetto meraviglioso. L’Idea nacque seguendo al campo di cricket dell’Oval le sfide calcistiche fra selezioni inglesi di livello non eccelso e lavoratori scozzesi residenti a Londra, sfide che avevano un riscontro di pubblico enorme. Alcock mosse mezzo mondo per creare una partita di calcio con cadenza annuale che avesse una veste ufficiale e soprattutto un’eco fuori da Londra. Per questo l’incontro avrebbe dovuto svolgersi a Glasgow: il giornalista, fra le mille cose anche boss del mondo del cricket, contattò un club di sua conoscenza e ne affittò il campo per un cifra che anche all’epoca sembrò di favore: una sterlina…Alla data fatidica davanti a cinquemila persone si ritrovarono quindi avversarie una selezione chiamata Scozia (in pratica il Queen’s Park di Glasgow, la più forte squadra scozzese, con formazione decisa dal capitano e portiere Robert Gardner) ed una chiamata Inghilterra, con giocatori scelti personalmente da Alcock, che disputarono quindi la prima partita internazionale della storia del calcio: avrebbe dovuto esserci anche Alcock stesso, che si era autoconvocato, però un infortunio lo mise fuori causa. Di quella storica partita si limitò ad essere più modestamente organizzatore, commentatore, allenatore e…guardalinee. Fischio di inizio previsto per le due del pomeriggio, ma qualche minuto di ritardo per un cerimoniale ancora da oliare, di cronache ne esistono moltissime: facendo una media possiamo dire che i padroni di casa giocarono con una sorta di 3-5-2, mentre l’Inghilterra adottò un più arcaico 1-2-7. Inutili le formazioni e la descrizione delle azioni, per dimostrare che sappiamo copiare da libri polverosi, piuttosto colpiscono i particolari. Come le maglie, blu scuro la Scozia e bianca l’Inghilterra, con stemmi e disegni molto simili a quelli che sarebbero stati adottati fino ai giorni nostri, ed i club di provenienza degli inglesi (alcuni erano studenti ‘veri’, di Oxford e Cambridge), dei quali fra i professionisti è sopravvissuto solo il Notts County. In campo si vide una battaglia relativamente corretta, finita con l’appuntamento a Londra per il marzo seguente: nel 1873, proprio in seguito ad Inghilterra-Scozia Due, nacque la federazione scozzese. Dopo la sua nazionale…Comunque Alcock riuscì a giocare almeno una di queste sfide, nel 1875: nella sua unica presenza con l’Inghilterra, oltretutto da capitano, segnò anche un gol.
Arbitro in finali di FA Cup (1875 e 1879), creatore del primo almanacco calcistico, il Football Annual (1868), come abbiamo visto non trascurò il cricket: anche per questo sport fu giornalista, direttore della principale rivista per venticinque anni, giocatore (per Middlesex ed Essex), dirigente (Surrey) ma soprattutto organizzatore. A lui si deve il primo test match in Inghilterra, al Kennington Oval contro l’Australia. Un fenomeno anche di realismo, visto che negli anni seguenti si sarebbe battuto per la fine della guerra al professionismo calcistico. Un fenomeno che fu colto dalla morte a 65 anni, nel 1907, da vicepresidente della amata Football Association: tanti dirigenti hanno migliorato o peggiorato il calcio moderno, ma lui più di tutti ha contribuito a crearlo. Abbiamo lasciato volutamente in fondo il risultato di quella prima storica partita, il capolavoro di Charles William Alcock: zero a zero, per molti critici calcistici la perfezione.
Stefano Olivari
stefano@indiscreto.it

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