Le donne nell’Aniene di Malagò

4 Febbraio 2022 di Stefano Olivari

Il Circolo Canottieri Aniene, quello che tutti associamo al presidente del CONI Giovanni Malagò anche se non ne ne è più presidente effettivo dal 2017 (prima lo era stato per 20 anni), o a Federica Pellegrini, non accetta donne fra i suoi soci, come ha sottolineato qualche giorno fa un articolo di Repubblica. Possono diventare socie onorarie, quasi sempre per meriti sportivi, come appunto la Pellegrini o la Quadarella, ma non godere dei diritti dei soci effettivi o iscriversi in maniera per così dire normale: insomma, un’avvocatessa o una dentista sconosciute, per fare esempi socialmente affini all’Aniene, vadano a fare sport da un’altra parte.

Vi risparmiamo il pistolotto femminista, ma certo per Malagò, adesso confinato in un Covid hotel a Pechino, è dal punto di vista politico una figuraccia. Per il godimento di Valentina Vezzali e comunque dei suoi tanti antipatizzanti, dei quali da devoti dei Vanzina e di Luca Covelli non facciamo parte. La domanda interessante nata dalla vicenda Aniene è secondo noi questa: in Italia un circolo privato, quale l’Aniene è, ha il diritto di ammettere chi vuole? Visto che escludere le donne significa escludere metà della popolazione, perché non farlo con cinesi, neri, testimoni di Geova, No Vax, neomelodici, eccetera? Un interista con maglietta di Guido Rossi può pretendere di essere accettato nello Juventus Club Luciano Moggi?

Detto che l’Aniene è affiliato, a seconda degli sport, dal nuoto al canottaggio al padel, alle varie federazioni del CONI e quindi tanto privato non sarebbe, la domanda rimane valida: un gruppo di cittadini italiani può mettersi insieme, spinto da interessi comuni, ed escludere chiunque per un qualsiasi motivo aspiri a far parte della loro associazione? La giurisprudenza è contraddittoria (in ultima analisi tutto è discriminazione), ma la realtà è fatta da persone, non da statuti come quello dell’Aniene: nel momento in cui per essere accettati occorrono lettere di presentazione di vecchi soci e una valutazione arbitraria di una commissione, come accade in mille altre situazioni, si può escludere chi si vuole senza passare per sessisti, razzisti, poco inclusivi, eccetera. Se il circolo è davvero privato dovrebbe avere il diritto di accogliere ed escludere chi vuole.

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