L’anima di Papi
6 Marzo 2007
di Stefano Olivari
L’eredità lasciata dai Verts di Robert Herbin, per tutto il movimento calcistico francese, è quanto mai ricca, anche grazie alla piena maturazione di una generazione di talenti assoluti nati nel 1954/55 come Bathenay, Rocheteau, Jean-Amadou Tigana, Maxime Bossis e l’immenso Michel Platini. Tra loro c’è anche un’ala sinistra velocissima originaria di Lille, destinato a diventare uno dei migliori attaccanti della sua epoca, protagonista (suo malgrado) della leggendaria notte di Siviglia con un rigore fallito: il suo nome è Didier Six. Cresciuto nel Valenciennes, Six viene acquistato nell’estate 1977 dal Lens, che partecipa alla Coppa Uefa 1977-78; il cammino dei “Sang-et-Or” non sarà molto lungo ma la notte del 2 Novembre 1977 consacrerà Six sul palcoscenico internazionale; vittima d’eccezione la Lazio di Bruno Giordano e Lionello Manfredonia. Vittoriosi per 2-0 all’andata, i laziali si chiudono in un classico catenaccio (in Europa 30 anni fa era molto più comune che oggi che le squadre in trasferta si difendessero con dieci giocatori) cercando di gestire la partita su un campo completamente allagato da un temporale; Didier Six però porta in vantaggio il Lens alla fine del primo tempo e poi pareggia i conti con un gol da antologia dopo un’accelerazione magnifica. Si va ai tempi supplementari ed il primo termina senza reti. Nel secondo però la furia di Six si scatena: il Lens passa ancora con Bousdira, quindi Six con un pallonetto splendido beffa Garella, il quale subirà poco dopo due gol del giovane Djebaïli per un clamoroso 6-0 finale che annichilisce la Lazio. Il Lens tuttavia non dà seguito a questa serata ed anche in campionato fatica parecchio, tanto da retrocedere a fine anno in seconda divisione, nonostante i 13 gol di Six. In realtà la Coppa Uefa 1977-78 segna il punto più alto della storia di un’altra squadra francese: lo Sporting Etoile Club di Bastia. I Corsi hanno terminato al terzo posto il campionato 1977, dietro al Nantes e al Lens, ed hanno messo in mostra un gran gioco offensivo che è valso 82 gol, oltre la metà dei quali sono stati segnati dalla coppia d’attacco formata dal centravanti François “Fanfan” Felix e dal mancino fuoriclasse jugoslavo Dragan Dzajic (22 gol a testa). A fine stagione però Dzajic torna alla Stella Rossa, e il presidente Paul Natali decide di sostituirlo con un altro campione; il direttore sportivo Jules Filippi pesca infatti dal Valencia nientemeno che Johnny Rep, al quale, in sede di trattativa, vengono mostrate le splendide bellezze dell’isola, ma non certo il piccolissimo stadio Armand Cesari di Furiani, alle porte di Bastia. Allenatore di questa squadra è Pierre Cahuzac, che con il Gazelec di Ajaccio, tra il 1963 e il 1968 ha vinto quattro campionati amatoriali francesi, e poi, una volta preso in mano il piccolo Bastia, lo ha portato ai vertici del calcio europeo. Nell’ossatura del Bastia costruito da Cahuzac, una squadra votata costantemente al gioco d’attacco, ci sono il giovane portiere Pierrick Hiard, che prende il posto del titolare Weller, mentre il perno della difesa è lo stopper Charles Orlanducci. Soprannominato il “Leone di Vescovato” (piccolo borgo a sud di Bastia), Orlanducci incarna lo spirito corso nel suo gioco coraggioso, rude ma sempre corretto; difensore attento sull’uomo, quando occorre sa proporsi in avanti realizzando spesso gol decisivi, è l’idolo dei tifosi ed è tuttora recordman di presenze con il Bastia in prima divisione. Nel fortissimo centrocampo giocano i due “gemelli” Lacuesta e Larios, arrivati in prestito dal Saint-Etienne; grande corsa, tecnica e potenza sono le migliori qualità di questi due giocatori che, benchè molto giovani (19 e 21 anni) si integrano perfettamente nella squadra isolana. Il punto di forza del centrocampo è però il regista Claude Papi, vera anima e giocatore di maggior classe del Bastia; nel corso della Coppa realizzerà addirittura sette gol, che gli garantiranno un posto nella nazionale francese ai Mondiali 1978. La sua carriera in nazionale si fermerà a sole 3 presenze, così poche perchè nel ruolo davanti a lui c’è un certo Michel Platini (al quale non sta evidentemente simpatico, però a “Le Roi” tutto è permesso), ma Papi dimostrerà nel Bastia di essere veramente un giocatore di altissimo livello, che sa incarnare perfettamente il grintoso spirito corso, ma che alla combattività ed al coraggio associa una classe fuori dal comune. Purtroppo a soli 33 anni l’idolo di tutto un popolo viene stroncato da un infarto, ma la Corsica saprà tributargli gli onori meritati, nominandolo giocatore corso del secolo ed intitolandogli la tribuna principale del Furiani oltre che lo stadio di Porto Vecchio, sua (splendida) città natale. Nell’attacco del Bastia, insieme a Rep (che gioca ala destra) ci sono ancora “Fanfan” Felix e l’ala sinistra Yves Mariot che però a inizio stagione si infortuna lasciando il posto al talentuosissimo mancino 17enne Jean-Marie “U Cirinu” De Zerbi, anche lui corso; la vera sorpresa (ruberà il posto a Felix) è però il marocchino Abdelkrim Merry “Krimau”; giovane talento fino ad allora discontinuo, Krimau in questa stagione mostrerà le sue qualità di giocatore tecnico e veloce, a dispetto di un fisico molto sottile.
Carlo Maerna
carloblacksun@hotmail.com
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