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La voglia di Canas

Stefano Olivari 13/03/2007

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NUMERO UNO – Ci volevano un lucky loser, le vesciche ai piedi e un giorno di poca voglia per fermare Roger Federer sulla strada del record di Vilas. Sua Maestà ha perso al primo turno a Indian Wells e ci voleva anche uno come Canas, rientrato lo scorso settembre da una squalifica di 18 mesi per doping, per creare la grande sorpresa. Risultato: di tutto quanto sopra Federer non ha fatto neanche un accenno. In pratica: ”Prima o poi doveva succedere. Lui ha giocato bene, ho mancato le chance che ho avuto e alla fine ne ho pagato il prezzo. Insomma, ha vinto quello giusto”. Non a caso, numero uno… SOSPETTI – Se non lo fa notare lui, lo fanno però notare gli altri: Guillermo Canas non è un tennista al di sopra di ogni sospetto. L’argentino fu sospeso dopo essere stato trovato positivo all’antidoping nel giugno del 2005. Prima traccia: non era il primo argentino della serie. Le indagini rilevarono che Canas aveva assunto non un farmaco dopante, ma un farmaco “coprente”. Insomma, un diuretico. A Canas fu concessa la buona fede perché la medicina gli era stata prescritta da un medico per un mal di gola: un diuretico (seconda traccia, pensiamoci bene) per guarire le tonsille… E poi comunque il problema, si disse, è che può capitare che un tennista assuma qualcosa di vietato a sua insaputa: un tennista (terza traccia) vicino ai trent’anni? Insomma tutte le tracce portano a Canas, anche se l’argentino ora è tornato pulito. E dopo la squalifica e un’operazione al polso quest’anno ha già vinto undici partite su 13: diciamo che ha voglia di tennis? CAMPIONE VERO – Andrè Agassi s’è ritirato, ma sua classe non ha smesso di funzionare. Presente al torneo di Las Vegas Andrè ha rifiutato un biglietto gratis ed ha insisistito per pagarlo. E’ vero, 30 dollari non fanno certo la differenza per lui, ma considerato che i soldi andavano a supporto del canale tv The Tennis Channel, ovvero a supporto della promozione del nostro sport, Agassi si è dimostrato quello che è: un signore. E un campione vero, anche se in pensione. HOLE IN ONE – James Blake è un ottimo tennista, ma pochi forse sanno che con le mazze da golf se la cava altrettanto bene. Così, alla vigilia del Pacific Life Open, si è dilettato sulle buche del La Quinta Resort. Ed ha imbucato con un solo colpo, cosa che gli era capitata già un’altra volta quest’anno: ”Ho visto lapalla rotolare sulla collinetta, poi dal mio punto di osservazione non potevo sapere dov’era finita ma più mi avvicinavo e più mi rendevo conto che sul green non c’era niente. Poi sono arrivato alla boca…”. Ace. MEGLIO DA PICCOLE – A caccia di nuove piccole Maria le aziende mondiali scommettono sul tennis femminile. E’ toccato questa volta alla Citizen, che ha puntato gli occhi su Nicole Vaidosova, la ceca erede – in bellezza e non solo – della Sharapova e già a 17 anni nelle prime dieci. La campagna pubblicitaria e già pronta e ad aprile partirà in Usa e Canada per poi propagarsi nel resto del mondo. Per la Vaidisova, insomma, è la definitiva consacrazione nel jet set delle racchette. Poi, a 18 anni, deciderà il suo futuro: il bivio, direzione Sharapova e direzione Kournikova, è sempre quello…

marcopietro.lombardo@ilgiornale.it

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