Turborovescio
La terra è battuta
di Stefano Olivari
Pubblicato il 2007-05-22
E ADESSO? – Nella vita ogni tanto c’è una rotonda, bisogna solo scegliere la strada. Ad Amburgo – sotto 2-6,1-1 e 15-40 – Federer era in quella rotonda e aveva davanti a sé il bivio verso Parigi: da una parte la discesa, dall’altra la salita. Ha scelto la prima, come si intende dal punteggio, e ha scelto di tornare il Federer che era rimasto in Australia: aggressivo, sicuro, ingiocabile. Insomma: la finale di domenica chiarisce a tutti che il problema non è fisico, anzi: lì Tony Roche aveva lavorato benissimo. Il problema è solo nella testa ed è lì che probabilmente Roche non dava più niente. Ecco perché Federer senza coach adesso fa più paura.
PILE SCARICHE – Che Nadal invece fosse stanco era chiaro già da un paio di partite. E’ vero, Rafa è giovane e può permettersi di faticare a lungo sul campo. Però, forse, la programmazione di avvicinamento al Roland Garros non è stata perfetta: l’anno scorso Nadal saltò Amburgo per dominare Parigi, quest’anno ha la lingua un po’ fuori proprio alla vigilia dello Slam. Per carità, poi comunque arriva in finale. Ma se vuole vincere…
SARA’ UN SUCCESSO – Finiti gli Internazionali la Federtennis può tirare finalemnte le somme con un più davanti. Il presidente Binaghi è giustamente entusiasta e indica in tre i fattori più importanti: la continua crescita di spettatori, la semifinale di Volandri e l’attivo di un milione di euro. Quest’ultimo, in realtà, è il punto più importante: a Parigi il bilancio in attivo è servito per fare del Roland Garros quello che è e del tennis francese un punto di riferimento. In Italia, alla vigilia della costruzione dello stadio del tennis, si spera che qualcosa sia davvero cambiato.
FOTOGRAFIE – I due flash della settimana: la Kuznetsova che presta il caricabatteria del telefonino alla Jankovic alla vigilia della finale e Nadal che si fa autografare la maglietta da Federer che gli ha appena spezzato la striscia record sulla terra. Il tennis è bello perché è così.
IL TRAMONTO – L’età non perdona e così Davide Sanguinetti si è dovuto arrendere a Flavio Cipolla nelle qualificazioni per il Roland Garros. Il primo, numero 102 del mondo, ha quasi 35 anni; il secondo, numero 230, ne ha 23. Ne consegue che a Davide va un grazie e a Flavio un bravo.
marcopietro.lombardo@ilgiornale.it