La lattina di Coca

16 Febbraio 2010 di Libeccio

di Libeccio
L’arte della guerra in economia, i salvatori cinesi, i positivi di Vancouver e il calcio che aiuta a vivere.

1. L’arte della guerra è un libro scritto dal Maestro Sun Tzu (un Generale cinese vissuto tra il VI e il V secolo a.c.). Uno dei suoi capisaldi consiste, per venire a capo di una durissima disputa, nell’abbracciare insistentemente il proprio nemico in modo che lo stesso non abbia mai a capire le nostre cattive intenzioni e si scopra. Rendendo più facile ed efficace il nostro attacco finale e i nostri propositi egemoni. Ci è tornato in mente questo trattato di arte militare letto moltissimi anni fa (molto in voga anche nel pensiero manageriale contemporaneo) leggendo un report su un giornale finanziario riguardante la penetrazione dell’economia americana da parte della Repubblica Popolare Cinese. Dalla esplosione della crisi mondiale del 2009, la Cina ha investito negli Usa circa 15 miliardi di dollari sottoforma di partecipazioni azionarie attive che hanno riflessi anche nella governance di importantissime aziende (Morgan Stanley, Bank of America, Motorola, Coca Cola, Johnson & Johnson, Visa). Inoltre, il più grande produttore di alluminio del colosso asiatico (Aluminium Corporation Of China) ha accettato di investire 19,5 miliardi di dollari in una delle più importanti società minerarie del mondo, l’australiana Rio Tinto, aumentando, tra l’altro, la sua quota nel
capitale della società sino al 18% del totale e di fatto assumendone il controllo. Operazioni analoghe
sono state compiute dalla CIC (China Investement Corporation, Fondo sovrano cinese che ha guidato queste operazioni) in Canada dove circa 5 miliardi di dollari sono stati investiti nella Teck Resources (colosso del settore minerario).
2. Fino al 2006 gli Stati Uniti avevano respinto i tentativi di penetrazione della loro economia da parte dei cinesi, innalzando in modo netto le proprie barriere doganali e i dazi. Causa la crisi economica e finanziaria che ha sconvolto ogni cosa nel 2009, oggi l’Amministrazione Usa è stata costretta ad
aprire agli investimenti cinesi, grazie ai quali alcune di queste aziende sono state letteralmente salvate da un disastro altrimenti inevitabile. Penetrazione commerciale della Cina a parte, il risultato (banalizzato) è che uno beve una lattina di Coca Cola, pensando che sia il prodotto più “made in Usa” al mondo, invece si accorge che quella lattina (almeno al giorno d’oggi) è molto meno americana ed espressione del capitalismo imperiale di quanto ci si possa aspettare.
3. Un cane che morde un uomo normalmente non fa notizia. Come del resto i 30 atleti in procinto di partecipare alle Olimpiadi invernali di Vancouver trovati positivi ai test preventivi antidoping. Non 1, 3 o 7, ma 30… 30 atleti risultati positivi all’antidoping per una manifestazione simile sono una enormità comunque la si guardi. E le Olimpiadi non erano neanche iniziate. Come è noto a coloro che affettuosamente ci seguono da molto tempo, siamo per lo sport sano, onesto, leale, privo di qualsiasi forzatura che ne comprometta la assoluta trasparenza e correttezza e ci piace ribadirlo ogni volta che la cronaca (spesso purtroppo) ci fornisce l’occasione per farlo. Poi sono parole al vento, a meno che fra i quasi 15.008 lettori quotidiani di Indiscreto non ci sia il genitore di qualche futuro campione.
4. E’ stato pubblicato un libro che raccoglie i pensieri dei bambini stranieri che frequentano le scuole elementari in Italia. Estrapoliamone alcuni. ”Io non ho la pelle bianca ma neanche nera, perché la mia pelle è marroncina. I negri hanno la pelle nera e io non sono negro, sono arabo. Il colore della mia pelle è diverso da loro e un po’ diverso anche dagli italiani. Secondo me se il colore era proprio nero per me era peggio” (Omar, 9 anni, Marocco)’. ”I bambini non sono migrati in Italia, sono portati, perché li portano i loro genitori. Se era per me io qui non ci venivo” (Sheela, 9 anni, Sri Lanka). ”I lavori più leggeri sono degli italiani perché sono arrivati prima in Italia” (Isham, 8 anni, Marocco). Da studiosi di psicologia comportamentale ci sembra di scorgere un mondo straordinario, oltre che poco conosciuto. Prescindendo da ciò che ci porterebbe troppo fuori tema (lo sport rimane comunque l’ambito di riferimento del nostro spazio), ci limitiamo a rimarcare sul tema le iniziative di Inter e Juve. L’Inter con Intercampus realizza dal 1997 un programma di intervento sociale e cooperazione a lungo termine in 21 nazioni nel mondo con il supporto di 200 operatori locali e utilizza l’attività di calcio come strumento educativo per restituire a 10.000 bambini bisognosi tra gli 8 e i 14 anni il diritto al gioco. La Juve sta invece conducendo un progetto formativo che coinvolge 374 giocatori delle giovanili. Il progetto (che si avvale anche del supporto di psicologi ed educatori) mira anche a far percepire ai bimbi e alle loro famiglie la differenza come normalità in un mondo globalizzato e a rimuovere i comportamenti discriminanti soprattutto diffusi tra i genitori. Questo per dire che le conferenze stampa di Mourinho e i rigori di Del Piero andrebbero messi in prospettiva: non tanto da noi, che siamo tutti tifosi e vogliamo il sangue, quanto dalle stesse società che quasi si vergognano (qualcosa sul sito web, ma pochi volti noti coinvolti) nel pubblicizzare iniziative che danno un senso alla loro storia più della prossima partita che ‘per noi è come una finale’.
Libeccio

(in esclusiva per Indiscreto)

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