La dinamite di James Coburn

2 Novembre 2011 di Oscar Eleni

di Oscar Eleni
Quelli che aspettano Siena, gli allenatori paurosi e il linguaggio dell’era post Sky. Voti ad Anna Cremascoli, Del Moro, Melli, Vitucci, Mazzon, Sabatini, Trinchieri e Lardo.

Oscar Eleni dal Municipio Libertador di Caracas, nella parrocchia di La Vega, alla fine della calle Montalban dove si scopre che anche le catapecchie, se le dipingi bene, diventano opere d’arte. Siamo andati fra quei colori dopo aver registrato la pace disarmata fra Lega e Federazione che ora torneranno a fare danni insieme mentre i cacciatori di voti si preparano a tradire da un a parte e dall’altra. Luce venezuelana dopo aver scoperto che cinque anni sotto la dittatura tecnica e politica senese hanno tolto il gusto di godersi la novità di un campionato dove al primo posto si affollano in tanti, confondendo la gente al punto che davanti ad un Montepaschi che deve assolutamente cambiare assetto, alettoni e pivottini, ci si domanda soltanto quando comincerà davvero il campionato di chi detiene lo scudetto da 5 stagioni, quando si farà sul serio e le altre dovranno domandarsi, per la centesima volta, in cosa hanno sbagliato per lasciare sempre sul tavolo l’intera posta. Lasciamo uno spiraglio alla fantasia e ai pretendenti almeno adesso. Dalla parrocchia di La Vega si vede tutto più chiaro, fa quasi bene essere così lontani, ma dobbiamo confessare che l’inizio stagione di Caserta e Pesaro, due squadre che, per molti sciacalli di ronda, dovevano saltare per aria, ci ha elettrizzato, senza parlare di Avellino perché al Municipio Libertador un uomo di bassa statura si è alzato per chiedere dove trovano forza e motivazioni quei ragazzi della Vitucci band che sembrano sempre da ricovero, da fallimento, da sbando, poi ti arrivano al cuore. Quattro giornate sono poche, cari compagneros, ma lasciateci divertire almeno fino alla fine dell’anno se è vero che il 2012 sarà anche peggio di questo, se è vero che tutti sono alla ricerca di un rifugio colorato come la parrocchia venezuelana perché credono davvero a quello che James Coburn diceva a Romolo Valli prima di consigliargli di tenere giù la testa: ”Quando ho cominciato ad usare la dinamite credevo in tante cose. In tutte. Ora credo soltanto nella dinamite”. Storia di molte carriere franate, forse anche la nostra di paladini del nulla che ancora ci ribelliamo alle telecronache dove le Casse di risparmio spagnole sono sempre menzionate mentre da noi, se una banca aiuta, si fa finta che non esista, Montepaschi a parte.
Giornata di riflessione anche per gli allenatori dopo il grido di dolore di quelli che non capivano, personalmente continuiamo a non capire, perché fosse così pericoloso dare almeno 10 minuti a partita ai ragazzi dell’argento europeo under 20, tipo Melli, Polonara, Moraschini. Un grido accentuato dal fatto che la Virtus aveva mandato a Sant’Antimo il Moras infeliz. Sarà un caso, ma l’ultima domenica d’ottobre ha permesso a tutti di vedere bene il fiore Niccolo Melli, la giornata ha favorito anche qualche minuto importanate sul campo per il Polo teramano che aveva addirittura impattato la partita prima che l’onda avellinese lasciasse Ramagli, il povero Pellanera, la città cestisticamente interessata, come sassi. Su Casale Monferrato troppo leggera per reggere l’urto nel campionato maggiore eravamo preparati pur ammirando la lucida follia del Crespi, su Teramo un po’ meno, ma non devono mancare neppure le angosce a Montegranaro perché se la difesa è quella che non si vede allora il futuro sarà meno roseo di quello che meriterebbe una società ben organizzata, di un club che ha tutto e, adesso, anche una grande arena. Non staremmo tranquilli neppure a Treviso dove le acque sacre stanno diventando torbide.
In una recente intervista radiofonica ci hanno chiesto se si notava il passaggio da SKY ai canali gratuiti digitali. Notato come? Abbiamo ingenuamente chiesto. Volevano sapere se era stata una mossa giusta quella voluta prima di tutto da Siena, Bologna, Roma e forse anche Milano. La valutazione la faremo alla fine, quando daremo i voti a La7, a Rai Sport e anche a SportItalia che offre l’Eurolega. Per adesso ci sembra che tutti crescano bene, anche se Francicanava ci tiene sempre sulla corda perché i suoi toni sono da apocalisse fra i canestri, anche se il Poz fa il santo bevitore, anche se capitano partite già chiuse dopo 5 minuti come quella di Sassari. A proposito, diciamo ai telecronisti che non sentivamo davvero la mancanza dell’iperbole per vendere porta a porta. Ci sentiamo colpiti anche dal fatto che non pensavamo di essere fuori dal mondo dei Fabri Fibra per non aver adottato il linguaggio che veniva dal cielo: canestri che sputano, aree pitturate, voli e tiri da casa propria. Ci accontetavamo di non sentire più il profumo del cotone che stimolava il logos bagattiano. Sarà il tempo e, magari, qualche autocritica, a migliorare le cose, mentre per le riprese tecniche non ci sembra che manchi tanto, pur sapendo che la regia di SKY era fatta con amore vero, con competenza e questo non lo compri e non lo inventi.
Pagelle al liquore di agave.
10 Ad Anna CREMASCOLI e Franco DEL MORO, presidenti di Cantù e Pesaro, che hanno visto insieme Bennet-Scavolini, rispettando il diritto all’incitamento e al mugugno. Una delizia, ma l’ingegner Cremascoli aveva già scoperto questo piacere nel palco nobile di Vitoria, come dovrebbe averlo scoperto il Pascucci armanizzato che fra i “ grandi del Real” sembrava davvero Peter Pan nel paese che non c’è.
9 A Nicolò MELLI e al resto degli under che hanno risposto bene sul campo chiedendo spazio dopo aver convinto i loro allenatori in allenamento. Adesso, cari ragazzi, fate i bravi sul campo e nel lavoro, ma, per carità, non serviteci interviste da Orsoline.
8 Al VITUCCI che nel libro di future memorie dovrà spiegare come riesce a vincere con giocatori in fuga, con un cannoniere come Taquan Dean che fanno 0 su 9 al tiro. Ci sono acque sante in Irpinia?
7 Al MAZZON che ha ripetuto per tutto il mese di ottobre la canzone del soldato innamorato che voleva far sapere al mondo infedele degli Schiavoni come Venezia meritasse davvero la massima serie. Ora ha anche vinto la prima partita e può andare avanti a sognare, sapendo che nessuno era ostile a Venezia in serie A, bastava soltanto decidere prima di sfasciare tutto e di dare un palla di pietra a chi dovrà rivedere la formula campionato adesso che i nemici di Bonamico si stanno organizzando per cancellare la serie A2 convogliando tutto in un campionato con sole 24 squadre professionistiche.  
6 Al futurista SABATINI che dopo aver visto la sua Virtus dominare e poi farsi riprendere, dopo aver trattenuto il respiro per quel tiro da tre di T MacIntyre che gli dava il successo evitando il processo al grande califfo in pantofole, ha dovuto ammettere che esiste qualche problema e che, questo lo aggiungiamo noi, forse si doveva prestare più attenzione alla palestra che alle conferenze telefoniche notturne con gli uomini del Mamba.
5 Ai giocatori di SASSARI rimasti di sale davanti alla Kalì milanese, rimasti per troppo tempo a guardare ammirati i grandi e grossi avversari che avevano di fronte invece di ascoltare il grande cuore di un pubblico che si merita di tutto e di più, perché la lezione di quel popolo ci ha convinto che non siamo nello sport sbagliato anche se Lega e FIP fanno di tutto per convincerci che ci sono caffè da bere al tamburello, anche se pochi hanno notato che il Bologna calcio ha avuto meno paganti della Virtus basket, anche se qui v
algono per il conto totale gli abbonamenti.
4 Al TRINCHIERI che non dialoga più con i suoi interlocutori perché vorrebbe che fossimo tutti come Tirone, lo schiavo stenografo di Cicerone, per registare quelle che non sono più opinioni, ma massime per i posteri. Certo è in una difficile fase digestiva fra campionato ed Eurolega, ma proprio per questo deve andare cauto perché al trionfo manca tantissimo. A proposito, lui insiste a sostenere che Shermadini è come mister Bean, noi preferiamo vederlo come una evoluzione della specie iniziata con il poeta Lucarelli.
3 Agli AMERICANI infelici di aver scelto l’esperienza italiana come Benson e Summers, ai ragazzi italiani NBA Bargnani e Belinelli che sono sempre a bordo ring e non giocano da tanto tempo, convinti di potersi permettere una sosta agonistica così lunga, ai disoccupati Mordente e Vitali che sperano di poter fare respirazioni bocca a bocca, molto ben pagate, in squadre che respirano già gas tossici. Tutte situazioni che fotografano bene la mentalità di certi giocatori e di certi dirigenti che amano le figurine.
2 A Lino LARDO non tanto perche continua a perdere contro il suo mentore Recalcati, ma per non aver capito certi fischi arbitrali, una persecuzione già iniziata nella trasferta di Bologna, per non aver compreso, magari vedendo in TV le partite degli altri che “certi fischi” arrivano soprattutto da quelli bravi nei quiz, ma mediocri sul campo.  
1 Allo sciopero dei milionari NBA che continua anche se sanno benissimo che a rimetterci sarà soprattutto tanta povera gente. Miliardari e milionari senza cuore, passione, gente a cui noi facciamo ancora la corte sbavando convinti che in loro ci sia davvero la passione autentica, il fuoco dei giorni di Johnson contro Bird. Noi che perseguitiamo gli sport di sofferenza, ciclismo, atletica, noi che annusiamo provette per paura che qualcuno bari, poi facciamo finta di niente davanti ai professionisti che hanno sempre uno strano mal di pancia. Certo verrà il giorno della rivolta tipo Rollerball, ma per adesso sono loro a governare.  
0 Alla LEGA che cerca la pace dopo aver pensato di poter fare la guerra, alla FIP che accetta subito l’armistizio adesso che avrebbe potuto chiedere almeno il rispetto di certe regole fondamentali di convivenza. Certo, meglio la pace, ma non per rimettere in piedi il gioco delle tre tavolette su strtanieri ed italiani ora che il caso Thomas ha chiarito almeno che non si devono dare più soldi ai portatori di magliarità.

Oscar Eleni
(31 ottobre 2011)

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