Il Como di Ottavio Bianchi

25 Marzo 2021 di Stefano Olivari

Il Como 1984-85 allenato da Ottavio Bianchi: chi se lo ricorda? Noi benissimo ed infatti ieri ne stavamo parlando con un addetto ai lavori, e ai livori, del calcio che non ha perso la passione originaria per questo sport e ci ha inviato una pagina del suo album d’epoca. Una squadra memorabile, appena promossa in Serie A, con tanti giocatori che avrebbero vinto scudetti e coppe da altre parti: da Giuliani a Matteoli, da Pasquale Bruno a Fusi a Invernizzi. E con due stranieri dal grande nome: Corneliusson, uno dei migliori del grande Goteborg di Eriksson, e soprattutto Hansi Müller, nazionale tedesco appena scaricato dall’Inter per ingaggiare Brady. La squadra era stata promossa con Burgnich in panchina, ma per la A fu scelto l’allora emergentissimo Ottavio Bianchi, che veniva dall’Avellino. Avete presente la costruzione dal basso? Ecco, non era la caratteristica principale di quel Como e del resto nemmeno di altri (troppo diverse le regole), un Como che però è rimasto nella nostra memoria per la sua difesa fantastica, superiore a quella di alcune grandi: citiamo anche Albiero, Ottoni, Tempestilli... Quel Como si salvò segnando la bellezza, anzi la bruttezza, di 17 gol in 30 partite. Con un dettaglio clamoroso: capocannoniere fu Moreno Morbiducci, che fra l’altro Bianchi non considerava nemmeno un titolare fisso, con 3 (lo riscriviamo in lettere: tre) gol totali. Pur essendo fanatici di Rino Tommasi non lo siamo delle statistiche e non sappiamo se sia un record mondiale, ma è probabile di sì. Per non rischiare di batterlo Bianchi sarebbe andato ad allenare Maradona.

 

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