Interrotta

17 Ottobre 2011 di Libeccio

di Libeccio
Ogni cosa è soggetta alla legge dei bisogni saziabili, anche il calcio. Dopo un’abbuffata come quella fatta negli anni scorsi era comprensibile che l’Inter avesse un appannamento ed anche una crisi. Soprattutto se al declino si aggiungono errori enormi, resi sopportabili solo dalla mediocrità di un campionato da classifica corta.
1) Mourinho ha spremuto l’Inter come fa sempre con le squadre che allena. E la spremitura non riguarda soltanto la parte fisica e tecnica (tutti gli allenatori chiedono il massimo!), ma anche le energie mentali. Mourinho è un allenatore che crea “dipendenza” psicologica; dopo di lui tutti gli altri sembrano Fonzie e, permetteteci di dirlo, diventa difficile dare retta a Fonzie. Dove Fonzie sta per amico-fratello maggiore che mette a posto le cose, ma certo non per leader carismatico.
2) Troppi giocatori sembrano altri giocatori, troppi leader si ritrovano a giocare a nascondino con le responsabilità, quando fino all’anno scorso erano ben contenti di prendersi i rischi che il ruolo prevedeva. Qui non c’entra Mourinho: sono tutte situazioni individuali che una dirigenza seria avrebbe dovuto gestire per tempo. Se uno ha piacere di stare a Milano perché così gestisce in prima persona i suoi affari, buon per i suoi affari. Ma non per l’Inter.
3) La squadra è vecchia oltremodo. E la società ha clamorosamente sbagliato fino ad ora nella scelta degli eredi di Zanetti, Cambiasso, Lucio, Cordoba, Stankovic, Milito. Proprio non si vedono, neanche in lontananza. Qualcuno dice: bisogna dargli tempo. E’ vero, ma come non obiettare che quando un giocatore è di vera qualità deve anche fare cose di evidente qualità? E farle subito? L’Adriano di diciannove anni, poi finito come tutti sappiamo, aveva una qualità che risultava evidente anche al meno competenmte dei tifosi. Ecco, questa qualità non è arrivata. Coutinho, Obi, Castaignos, eccetera: bravi ragazzi, che non potranno cambiare le sorti dell’Inter. Pur magari potendone far parte, a patto che i trascinatori siano altri.
4) Altra questione da sottolineare è il numero e l’importanza degli infortuni.
E’ successo con Benitez e si ripete con Ranieri. Si rompono tutti, anche in assenza di motivazioni. Si rompe Samuel ripetutamente, Stankovic ripetutamente, Sneijder ripetutamente, per non dire di Milito. Si rompe anche Forlan appena giunto all’Inter. E si rompe anche Obi, che dovrebbe avere nella vigoria fisica il maggior punto di forza. In termini psicologici gli infortuni hanno anche il significato nascosto di volersi “sottrarre” ad un momento difficile e che non si è in grado di gestire. Ci si può spezzare una tibia per caso, ma gli infortuni medio-piccoli raramente sono un caso. 
5) I 25 milioni di euro incassati per Balotelli e i 20 per Eto’o (pochi soldi, rapportati a quello che si è perso) sono stati spesi per mezze figure, spesso in maniera inspiegabile. Qual è la genesi dell’acquisto di Alvarez? 
6) Dal nostro modesto punto di vista, il licenziamento di Benitez è stato l’errore più macroscopico della gestione Moratti, dopo quello di Gigi Simoni. Anche l’uscita improvvisa di Leonardo risulta incomprensibile, soprattutto se letta con la situazione di oggi.

Libeccio
(17 ottobre 2011)

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