Inciviltà rurale

14 Novembre 2012 di Stefano Olivari

Montichiari non è solo il paese di Aldo Busi e di una società di volley defunta (Gabeca, Eurostyle, eccetera), ma anche di una protesta che entrerà nella storia. Quella messa in atto dal movimento ‘Civiltà rurale’, una fiaccolata contro quel ‘dogmatismo animalista’ che notoriamente è il vero tumore dell’Europa. Gli animali sono troppo tutelati, insomma. Racconta Bresciaoggi che l’uomo immagine della protesta non è stato un macellaio islamico e nemmeno il signor Amadori, ma nientemeno che il professor Silvio Garattini,  direttore dell’Istituto Mario Negri. Parole del prof: “Vi sono due gruppi che oggi alimentano la ribellione contro la sperimentazione animale: quelli spinti dall’etica e quelli che credono di avere soluzioni scientifiche alternative. Ma entrambi sbagliano, perché chi ama gli animali non ha diritto di imbrigliare la ricerca e chi pensa vi siano strumenti alternativi ha una visione anacronistica: sarebbe come dire che possiamo fare a meno del computer”. Ammettiamo di non capire. Se per Garattini gli animali sono esseri eticamente inferiori allora è giusto che vengano usati per la ricerca, ma per molte persone gli animali pur nella loro diversità non sono esseri inferiori. E al di là di questo hanno una percezione del dolore paragonabile alla nostra: in altre parole, il nostro diritto si basa solo sulla forza. A seconda delle fonti varia il numero dei partecipanti a questa manifestazione: quasi 200 persone, facendo una media. Fra questi cacciatori (se no a chi sparerebbero?), imprenditori zootecnici (non è che possono riciclarsi come organizzatori di eventi), imprecisati ‘studiosi’ (hanno bisogno di cavie) e, secondo il quotidiano, addirittura anche veterinari. Quello su veterinari che lavorano per aziende zootecniche è un discorso già fatto, su Indiscreto, qualcuno si è anche offeso (ci dispiace, ma il pollo della situazione ha avuto danni peggiori del turbamento) sostenendo che un veterinario non è necessariamente un animalista. E’ un tecnico, anche lui.

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