In vacanza con Doncic

11 Aprile 2023 di Oscar Eleni

Oscar Eleni da un campo di lavanda dove un santone valenciano devoto alla Madonna degli abbandonati ci consiglia di battere la depressione diventando più stupidi. Bella idea, da girare alle ricche malnate dello sport: federazioni e società, nel nostro caso ad Armani e Segafredo che in settimana hanno salutato l’Eurolega che le aveva spolpate. Senza brividi per il ritorno al “successo” di Berrettini, timidamente interessati al titolo sull’eroismo dei pur bravi italiani nel curling, ci siamo fatti venire un’altra ernia seguendo i pensieri di Cassano, fotografia del tutto in questo paese calciocentrico. Lui, il calciatore, fa sapere a Mourinho che non le ha mai prese, scatenando la rivolta fra i maestri inglesi convinti che qualche bacchettata faccia diventare persino Churchill, urlando che la figuraccia l’ha fatta il portoghese dai molti successi. Ora il mondo gira così e chi urla più forte si prende la vacca, pontifica dagli Emirati, fa lezioni agli altri mentre a casa sua, ogni giorno, ogni notte, la gente si spara, si deruba, si droga. Felici di sapere da Cazzullo che con gli orsi e gli essere umani sarebbe meglio convivere che tentare di abbatterli, anche se feroci come quelli che fra Ucraina e Taiwan girano con il pollice unto sul bottone rosso  della desertificazione, fra pochi ricchi e tanti poveri.

Sul campo di lavanda fra i depressi al momento troviamo  anche le ricche malnate del basket. Più la Virtus che ha riaperto la botola della retrocessione andando sotto anche di 24 con Napoli, di un ‘Olimpia che all’ex Repesa non ha regalato quadri ma una lavagna dietro la quale nascondere questa Pesaro che sembra aver perso la bussola, pronta per il moscone dei rimpianti.  Una Milano in fregola per la Champions delle sue squadre di calcio, ma anche stregata dal capolavoro di Piazza con i pallavolisti, grande il giapponese, nel giorno in cui  venivano giustiziati i i giocatori del secolo diventati allenatori: Anastasi nella Perugia già in crisi col calcio, Giani, dopo il capolavoro in coppa, dalla Piacenza che, come Brescia nel basket, aveva stordito sottorete prendendosi la coppa Italia.

Dicevamo del basket e della botola aperta sulla retrocessione per 5 giornate che andrebbero gestite bene, magari con la concomitanza, perché da Trieste e Treviso, 20 punti, a Reggio e Napoli o Verona e Scafati l’aria è davvero tossica. Sulle malnate che assomigliano alle disperate della Cecere avevamo già detto. Costruite male, trattate non bene dalla sorte. Troppi infortuni per nascondere però anche debolezze dove avrebbero dovuto essere forti: al centro intanto, ai rimbalzo soprattutto. Seguendo la scala Peterson, 0 per chi ha fatto quello che aspettavi, meno 2 per i più deludenti, ecco come vediamo queste  ricche signore, pur condividendo il parere “quadro” di Melli che, sogghignando, domanda a chi vede Milano e Bologna favorite per la finale: “Ma non abbiamo fatto schifo?”

ARMANI NUOVA: Thomas -2,  Mitrou Long -2, Davies -1, Pangos -1, Tonut 0, Baron -1, Voigtmann -1.

SEGAFREDO nuova: Bako -2, Lundberg -2, Mickey -1, Oyeyele 0. Aggiungendo  il Jaiteh passato da + 2 a meno 2.

Niente da dire ai generali anche se qualcosa hanno sbagliato scegliendo o avallando. In attesa del rifugio esagerato in un play off con troppe partite vediamo cosa ci resta dopo 25 giornate.

10 A PANCOTTO e ai pirati di Napoli che non possono arrendersi nell’anno in cui il calcio, persino quello a 5, sogna in grande, anche se si litiga nelle curve e non certo per sport o amore per la squadra.

9 Neven SPAHIJA perché Venezia sembra aver ritrovato fiducia e quando Watt o Willis bucano ci pensano Tessitori e Granger. In attesa di un palazzo che sembra non arrivare mai, almeno la ritrovata serenità.

8 Al GAVIO di Tortona che anche dopo la sconfitta di Venezia ha messo sul tavolo un contratto fino al 2026 per Ramondino il costruttore di una squadra con anima e corpo.

7 Alla festa del Garbosi e della gioventù che ha portato a Varese, come succede da anni,  il basket del futuro, in attesa che si rifaccia Masnago, aspettando che i fiori sboccino nel giardino ricostruito con idee nuove, frizzanti, che ringiovaniscono.

6 Al CINCIARINI che nel sacco reggiano a Varese ha fatto ballare gli esterni di Brase cominciando dal Ross, vera novità dell’anno, stupito da questo “finto vecchio” che non molla mai.

5 A TRENTO se continuerà a lasciare a bocca aperta chi ha molto, ma molto di più. Stile Molin, fatti e niente cinema.

4  A TRIESTE dove avevano trovato certezze economiche, squadra, per questi scivoloni davvero troppo evidenti e tre infortuni prima della volata dicono che la situazione è preoccupante.

3 A TREVISO che sul campo di Sassari ha visto davvero le sue debolezze, pur contro una delle squadre che al momento giocano meglio.

2 Al DIOP che Piero BUCCHI ha portato verso la maturazione se davvero dovesse scegliere il Senegal invece di una maglia  azzurra.

1 A DONCIC e DALLAS la delusione più grande nella NBA dove  si prendono a pugni e l’uno contro tutti sembra la gioia di quel luna park in stagione regolare. Ora vediamo i playoff.

0 Ad Austin DAYE che doveva essere il rinforzo di Pesaro e invece sembra sgocciolare come i centri di Repesa, come troppi che fino a metà stagione avevano fatto grandi cose.

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