Il ragioniere che fa paura

11 Giugno 2009 di Stefano Olivari

di Stefano Olivari
Un’ipotetica Inter a 1,35 contro il Bologna non significa che la squadra di Mourinho dal punto di vista sportivo abbia il 74% (100 diviso 1,35) di possibilità di vincere, ma la quota rimane comunque un discreto indicatore del pronostico. A beneficio dei lettori che chiedono metodi di gioco (solita avvertenza: non ne esistono di matematicamente vincenti, l’aggio del banco è insuperabile) abbiamo effettuato uno studio sulle 380 partite dell’ultimo campionato di serie A, incrociando i risultati con la media delle quote proposte dai bookmaker italiani. Con una limitazione: solo quote da 1,01 a 2,00, quindi su risultati con più del 50% di possibilità «di mercato» di verificarsi. Nella prima giornata solo 7 partite avevano una favorita con i requisiti, quindi siamo partiti con un capitale di 700 euro: 100 su ogni incontro. Subito un utile di 75 euro, che abbiamo reinvestito mantenendo fisse a 100 le puntate. Dopo la ventesima giornata ai 700 euro iniziali se ne erano aggiunti in totale 1630. Da lì in poi le «favoritissime» hanno iniziato a perdere colpi: o meglio, il pubblico ha ipotizzato la presenza di più partite «taroccate» di quante ce ne siano poi state nella realtà. Fatto sta che si è chiuso il torneo con 1955 euro in cassa: utile netto di 1255. Il capitale iniziale si è rivalutato quindi del 179%, giocando sulle favorite una cifra fissa. Non significa che il metodo sia buono in ogni contesto, ma di sicuro è fra quelli che i bookmaker temono di più. Il giocatore estroso alla fine si separa sempre dai propri soldi, il ragioniere a volte no.
(pubblicato sul Giornale di ieri)

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