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Il pass di Taricone

Andrea Ferrari 30/06/2010

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di Andrea Ferrari
Da quell’armata Brancaleone composta da emeriti sconosciuti ed infilata per alcuni mesi dentro la “caaaaasaaaaa” poteva uscire qualsiasi cosa, dal flop in termini di audience allo spernacchiamento a vita da parte dei conoscenti verso quella specie di pionieri del tubo catodico. Quel Grande Fratello fu davvero un esperimento, il primo e l’unico in cui si percepiva ancora un barlume di naivité tra i partecipanti senza essere ancora diventato quella sorta di ufficio di collocamento del sottobosco televisivo che è oggi.
Prima di allora se qualcuno fosse venuto a dirci che sarebbe nata una sorta di hall of fame dei partecipanti ai reality avremmo immediatamente chiamato un’ambulanza. Anche per i più inadeguati c’è stata una sorte di benedizione in termini di fama, destino che ha toccato, tra gli altri, Salvo il pizzaiolo capace di confondere Dante Alighieri con Santi Licheri,  Rocco Casalino oggi conduttore sulla mitologica Betting Channel e capace di chiedere ad un suo collega, nonché nostro compagno di scuola al liceo (il nostro Saviano quando saremo morti), perché i tifosi interisti se la prendono con Balotelli per aver gettato a terra la loro maglia.

Ma l’Italia non è un Paese per parvenu, (tanto più se vieni dalla “plebaglia” che va al GF) e sa cucire addosso, qualunque cosa uno faccia, marchi d’infamia per ricordare le origini, una sorte taccata anche a Pietro Taricone che al contrario dei suoi coinquilini seppe sfruttare l’improvvisa fama, non per perdersi in comparsate in discoteca né nelle buone domeniche a baciare la pantofola di quel Costanzo, che prima moraleggiò come solo lui sa fare sui reality e che poi invece ne cavalcò l’onda per anni assieme al marito Maria De Filippi, ma per raggiungere il sogno di una carriera d’attore.
L’highlight che più ci ha colpito è stata la comparsata a sue spese nel film su Maradona di Marco Risi, poi diverse fiction per la tv e qualche incursione nel mondo del cinema, nel quale in tanti  avranno storto il naso di fronte ad uno come Taricone, che oltre al percorso anomalo era anche sprovvisto di credenziali fondamentali come l’essere “impegnato” o l’essere imparentato con la famiglia Placido o De Sica, in una realtà che non è che il contraltare artistico di una delle tante corporazioni che ci portiamo dietro dal Medioevo. Probabilmente non perdiamo un grande attore e alla stessa televisione, masticando e sputando tutto e tutti, sarà persino più utile da morto. Siamo però sicuri che a chi gli ha voluto bene mancherà molto. Che la terra ti sia lieve, O’Guerriero.
Andrea Ferrari
(in esclusiva per Indiscreto)

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