Il partito del raddoppio

26 Febbraio 2010 di Stefano Olivari

di Stefano Olivari
Il termine ‘martingala’ indica la scommessa su più eventi ma anche il sistema più antico del mondo per rovinarsi con il gioco: il raddoppio. I peggiori libri su roulette e blackjack sono pieni di statistiche e permanenze dei casinò più assurdi, che suggeriscono la possibilità di battere il banco raddoppiando la puntata dopo ogni colpo perso e lasciando il tavolo dopo ogni colpo vinto.
Esempio: 100 euro sul nero, se esce nero si saluta il croupier mentre se esce rosso se ne puntano 200 sul nero. Se il nero esce si intascano i 100 netti di vincita, in caso contrario si puntano 400 sul nero al terzo colpo. E così via, limitati solo dal tetto alle puntate, che non esiste per combattere i sistemisti (chi si rovina è comunque più profittevole del gruppo di vincenti la cosiddetta ‘unità’) ma per limitare i danni arrecati da quelli che sanno il risultato in anticipo. Nella realtà delle scommesse sportive questa strategia suicida è usata anche da molti semiprofessionisti, che spiegano la scelta con il fatto che l’evento dato quasi alla pari (mettiamo una vittoria con scarto offerta a 1,90) non è ‘senza memoria’ e senza prevedibilità come la pallina della roulette, ma ha una sua spiegazione sportiva. In altre parole: un esperto di calcio pensa di non poter sbagliare tanti pronostici di fila e quindi di non andare verso un’esposizione gigantesca: usando l’unità dell’esempio precedente, con quattro colpi sbagliati si sarebbe ‘sotto’ di 1500 euro. L’analisi dei conti personali dei giocatori ‘forti’ indica che questa strategia è meno rara di quello che il buon senso consiglierebbe.
(pubblicato sul Giornale)

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