Il meno amato dal banco

3 Giugno 2009 di Stefano Olivari

di Stefano Olivari
Mentre i bookmaker si stanno ancora fregando le mani per la vittoria di Soderling su Nadal domenica al Roland Garros, con il maiorchino dato a 1,02 e presente in tante multiple, si può spiegare perché il tennis sia lo sport meno amato dal lato dell’offerta. Come prova il fatto che spesso venga imposto di legare almeno tre eventi, con il dimostrato vantaggio matematico del banco che aumenta con il numero di partite in martingala. Perché, quindi, il tennis nelle agenzie e nei siti viene tenuto ‘basso’ quotando poche partite fra quelle in programma? Prima di tutto perché è uno sport individuale, che facilita l’atleta disonesto: tutti sono capaci di perdere apposta, a maggior ragione da sfavoriti. Inoltre la sconfitta corrisponde alla vittoria di un avversario preciso, cosa che non si può dire dell’ippica o del ciclismo. Infine perché il calcolo di convenienza del tennista disonesto è molto semplice: premi sono previsti per l’uscita ad ogni turno, andando al raddoppio più si va avanti. Contro le prime due situazioni lo scommettitore fuori dal giro non ha difesa, contro la terza basta che giochi con prudenza sui primi turni quando i premi sono inferiori alle ‘assicurazioni’ compatibili con i limiti massimi di puntata. Poi come al solito si mostrano i muscoli ai pesci piccoli: Mathieu Montcourt, il francese eliminato al secondo turno da Stepanek, dopo il 6 luglio sconterà una squalifica per avere giocato la bellezza di 192 dollari su 36 partite (media 5,3), nessuna delle quali con se stesso in campo. E con un bilancio perdente.
(pubblicato sul Giornale di ieri)

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