Il favore fatto a Rubio

24 Settembre 2009 di Stefano Olivari

E’ possibile, anche se non probabile, che Ramon Sessions e Jonny Flynn abbiano seguito l’Europeo così così di Ricky Rubio. Nel caso lo avessero fatto, il ‘tutto qui?’ sarebbe stato inevitabile dopo aver visto le prestazioni del catalano. Tragiche nelle fasi a gironi (in particolare contro la Turchia, sempre andando a sbattere contro i lunghi di Tanjevic), tanto da far invocare Raul Lopez come il Messia, discrete nelle tre cavalcate di quarti-semifinale-finale dove con la fiducia ha trovato anche un po’ di quel tiro che mai sarà la sua specialità. C’è di sicuro nell’ironia nella recente intervista di Flynn (l’eroe di Syracuse nella partita dei sei supplementari con Connnecticut nel torneo della Big East) all’Associated Press, in cui la guardia dice che gli dispiace che Rubio non sia arrivato subito ai T-Wolves, ma quello che è certo è che per i migliori giocatori europei è più logico rimanere a casa in un contesto vincente (e remunerativo) che tuffarsi nella NBA (oltretutto in perdita, come sarebbe stato per Rubio) in un ambiente senza speranze. Questo al di là del buy-out che Minnesota non ha potuto pagare (le squadre NBA per regolamento possono arrivare a massimo a 500mila dollari, il resto deve essere dato in giocatori), della Spagna tutta che vuole Rubio nella ACB fino a Londra 2012, dei retroscena riguardanti le apparentemente folli scelte al draft dei T-Wolves: fra quelle proprie e quelle acquisite con trade Rubio alla 5, Flynn alla 6, Ty Lawson alla 18, Wayne Ellington alla 28, Nick Calathes alla 45 ed Henk Norel alla 47. Quattro playmaker o point guard che dir si voglia, di cui tre già salutati (Rubio, Lawson ai Nuggets ed il neo-Pana Calathes a Dallas) una guardia come Ellington ed uno che non sembra avere futuro NBA come Norel (curiosamente ingaggiato dalla Joventut, ex squadra di Rubio). Il tutto avendo nel roster già Foye e Telfair, poi lasciati andare. Tecnicamente una politica spiegabile solo pensando male, anche restringendo il discorso a Rubio. Il cui contratto con il Barcellona (formalmente di sei anni) prevede che il buy-out al termine della stagione 2010-2011 sia di soli 1,4 milioni e mezzo di dollari.

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