Il calcio di Steve Nash

21 Novembre 2011 di Oscar Eleni

di Oscar Eleni
I dubbi di Scariolo, NBA in arrivo, gli italiani di Petrucci, la sostanza di Cook, l’eremo di Tavcar. Voti a Basile, McIntyre, Crespi, Kangur, Mazzon, Estudiantes, Bertomeu, Milano e Bonamico. Casa della gloria per Guerrieri, Vianello, Rosy Bozzolo, Nazionale 1980, Duranti, Scavolini, Allievi, Tricerri e Maggiò.

Oscar Eleni dalla Ciudad Perdida nella foresta dove corre il rio Buritaca, estremità settentrionale della Colombia, luogo sacro degli Indios della Sierra di Santa Maria, custodi del territorio, guardiani contro i guaiaqueros, detti anche predatori di tombe. L’invito per andare in un posto del genere viene da un caro amico che non è riuscito a presidiare le tombe dai guaiaqueros cestistici nella sua bella città, per la verità non ci risce nessuno a difendere antichi ricordi. A Milano, ad esempio, se fingi di ricordare sei incenerito dal Poli Proli che sta superando davvero Minucci se nella giornata di campionato dove l’Armani fa riposo lui è intervistato e il turno passa nella cavalleria, persino dietro agli scandali dell’America infelix. Una bella cosa. Stupendo sapere che l’Olimpia Emporio Armani, dove trovate stonata la dicitura?, non farà più errori come quelli contro il Partizan. Facile da dire e allora perché i guaiaqueros che vorrebbero saccheggiare tutte le squadre per mandare avanti altri “lanzi” freschi di giornata dicono in giro che don Sergio Scariolo non ne può più di Nicholas e comincia ad avere dei dubbi anche su Cook? Sensazioni del momento quando nel cantiere cade qualche mattone e gli operai al lavoro non hanno un casco protettivo.
La cosa buffa di queste giornate da influenza virale è che tutti, da Siena a Venezia, si dichiarano di vedetta sul mercato che non offre soltanto pulci NBA. Certo se gli americani, seguendo la storiella del marito che si decurta la tradizione per fare dispetto alla moglie, chiuderanno per la stagione allora avremo sul mercato tanta bella gente. Perché andare a cercare se alla tua porta possono bussare Kevin Durant e persino Nash a cui certo piacerebbe un pit stop italiano visto che ama così tanto il calcio e qui ne potrebbe vedere dalla mattina alla sera, anche in versione calcetto che per noi è come una pedata al buon senso se lo fai diventare agonisticamente esasperato come quello vero. Per la verità si vede anche molto basket, Sport Italia deve essere sostenuta perché ci dà Eurolega, Spagna e altre bellezze, la Rai va sostenuta perché completa l’informazione nel dopopartita serale, perché non è poi così sprovveduta tecnicamente, La7 va sostenuta per far sapere al feroce Mentana che esiste un popolo del basket anche se non fa grandi ascolti.
Non dovrebbe più fare ascolto neppure la richiesta di Gianni Petrucci di togliersi dalla testa una deroga sulle leggi per i tesseramenti stranieri. Anche lui, partendo da un sano principio per coinvolgere il sistema che deve creare giocatori, dalla culla all’università, cominciando a far ragionare le coscienze dei dirigenti che, non vedendo profitti, buttano via bambini promettenti con l’acqua sporca della loro ignoranza sportiva, diventa noioso se non capisce che ci serve un regolamento chiaro, diciamo cinque stranieri e stop, senza far arricchire i magliari dei passaporti fasulli. In Europa, nel basket, come nel rugby, competi se hai giocatori per farlo, non esiste un domani, non c’è tempo per aspettare di vedere se gli allenatori credenti che fanno giocare davvero gli italiani resisteranno al primo panettone, al primo simil CellZamparin del neo mondo di guaiaqueros.
Settimana di riflessioni e Sergio Tavcar ci aiuta a sorridere perché chiede di valutare la vera sostanza di Omar Cook come regista e non esitiamo ad ammettere che ci siamo confusi anche noi dopo le prime uscite dove passava bene la palla e sistemava gli uomini, anche quelli di poco peso. Errore di valutazione nostra, di Scariolo, ma con la storia dei lavori in corso sembra che tutti abbiano una scusa pronta a Siena e a Milano, mentre la povera Cantù fa il massimo, viene privata di vittorie meritate in Eurolega, perde giocatori lasciando che le due super elette vadano avanti nel sudoku tecnico dove è vietato sbagliare la posizione dei numeri sulle lavagnette. Grande Tavcar quando parla del gergo indigeribile usato nelle telecronache italiane da tutti quelli che sono andati a ripetizione nei tempi in cui il basket aveva un solo verbo quello del cielo infinito del sommo Tranquillo a cui poi hanno fatto riferimento, sbagliando tempi, misure, tono quelli che insistono a scambiare una telecronaca con una radiocronaca dove il Flavio che ora scrive di mafie era davvero un portento.
Tavcar dal suo eremo blindato, il grande Tanjevic giura di averlo cercato e di non averlo mai potuto incontrare, si chiede, come noi, cosa siano queste spaziature, visto che è appena logico non avere due uomini nello stesso posto, averne uno in quello lasciato libero dal nemico, cosa sarà mai il tiro in ritmo, per non parlare delle famose mani educate. Giustamente lui non vuol parlare di fox trot ma di coordinazione, abilità, lettura delle situazioni, passaggi precisi. Una lezione magistrale che i capi servizio dovrebbero far circolare nelle loro redazioni scalpitanti e schiumanti dove si annida pure la super faina, il giornalista perfido di Sol Levante, che per far cadere uno non delle solite bande lo prende come bersaglio, lo calunnia, cerca di tormentarlo. Il saggio è apparso su Basket.net. Basta cliccare o chiedere.
Pagelle per la prima digestione aspettando di sentire il rumore dei cavalli che entreranno nel palazzo di Tel Aviv dove l’Armani si gioca quasi tutto come del resto l’Italbasket che era sicura di portare tutte e tre le sue corazzate, corazzate?, alla seconda fase, mentre adesso la rivolta di Bilbao e Nimes mette in difficoltà Cantù, per non parlare del girone di Milano che è ben lontano dal vecchio fiume sacro dove noi indios difendiamo la memoria di ciò che fu fatto così bene, per ben due grandi gestioni, che ora si fa fatica ad ammettere che per avere gente vera nel ristorante vero e caldo bisogna che tutto funzioni e che i cuochi non mandino i loro piatti meravigliosi via Saturno.
10 A Gianluca BASILE perché eravamo sicuri che non si sarebbe accontentato di fare soltanto la chioccia a Cinciarini. Bel personaggio, grande giocatore. Non so voi, ma se guardi lui non hai nessuna nostalgia, mentre se osservi gli altri, i nuovi miniprodotti della cantera ti viene mal di stomaco.
10 bis a Terrel McIntyre. La sua chiusura con la Virtus fa capire tutto di un uomo, di un giocatore. Per chi segue le sirene degli agenti la cartina di tornasole è facile da far reagire: il tuo uomo cosa ci darà come uomo?
9 Al CRESPI che sul campo lascia tutto e che adesso ha trovato finalmente un artista per il centro campo ed una vittoria per la passione vera, genuina della Casale Monferrato che ha davvero tesoretti nascosti nella sua realtà sportiva.
8 Al KANGUR varesino che ha pure un contratto in essere per il domani con Siena: gioca una bellissima partita, ma nel finale, 2 punti sotto, palla in mano di Varese, tocca la riga con il piede, lui dice di essere stato spinto da Moss. Insomma ha servito bene due padroni e questo conta.
7 Agli ALLENATORI subentranti che fanno sapere subito di non essere in grado di fare miracoli. Certo Caja, ogni tanto, smentisce.
6 Al MAZZON castoro che se la gode guardando gli sguardi sbalorditi di avversari che non la volevano proprio vedere Venezia in serie A. Era meglio per molti di loro.
5 A

gli ARBITRI se non fanno una conferenza allargata a tecnici, giocatori, giornalisti, per spiegare come vorrebbero ridurre uno sport che si esalta sul ritmo del gioco, sull’impeto e sull’assalto. Con questi chiari di luna hanno in mano troppo potere ed è comico l’uso del fischio per palla accompagnata, 3 secondi, contatto lecito, perché nella stessa gara cambiano parere e prospettiva troppe volte. Sulle righe pestate, beh lì se la cavano sempre, in assenza di moviole.  
4 All’ESTUDIANTES Madrid che nei minuti di sospensione manda in campo i ragazzini per una partita tutta corsa e felicità. Meglio loro delle bambolone, se vanno fuori tempo, meglio loro di tutto il resto del barnum per storidre. Possibile che in Spagna abbiano sempre un tocco in più?
3 Al cavalier BERTOMEU che non può prometterci un grande basket europeo se con gli arbitraggi siamo tornati ai tempi in cui la Fiba intortava.
2 Alla MILANO che snobba l’Eurolega. Contro Efes e Partizan non si arrivava a 5.000 persone. Questo distacco dalla vera ribalta che compete ad Armani ci fa capire che per avere la gente bisogna lavorare in un altro modo. Tanto basterebbe non far cadere ogni cosa dall’alto di una autorizzazione che sa tanto di calcio posticcio. Rumori molesti come la musica sparata a palla prima e dopo, molto dopo, una partita.
1 Agli STRISCIONI contro il “ sogno” di Sabatini e degli altri che ancora spettano il Messia NBA. Se esiste un mercato che si anima davanti a certe cose perché prendersela con chi deve pur cavalcare una tigre per esistere, farsi vedere, per andare davanti al plotone dicendo: vi cedo tutto gratis, ma dovete essere seri. Ah sì?
0 Al solito BONAMICO, presidente della Lega di A2, perché le sue proposte, sempre interessanti, fanno capire la differenza fra gente che ama e gente che può soltanto amministrare. Il rumore di questa collisione si sente fin troppo bene, ma vedrete che, alla fine, daranno ragione a quelli sul SUV, non ai maggiolini tutti matti.
Dopo le pagelle è doveroso farvi sapere che la commissione per la casa della gloria del basket italiano che sarebbe bellissimo poter aprire in piazzale Azzarita a Bologna ha eletto per il 2011 il professor Dido Guerrieri, Nane Vianello, Rosetta Bozzolo, la Nazionale argento olimpico a Mosca 1980, l’arbitro Duranti e poi, per riconoscimento ad un vita dedicata al basket, Valter Scavolini, mentre alla memoria sono entrati nella grande casa Aldo Allievi, Emilio Tricerri e il cavalier Maggiò, il grande creatore della favola di Caserta con Tanjevic. La gioia per tutti questi grandi personaggi che hanno fatto davvero la storia del nostro sport ci ha spinto a riaprire il famoso “Taccuino” del professor Guerrieri, un tesoretto che dovrebbe essere letto da tutti queli che hanno perso la bussola in questo basket.

Oscar Eleni, 21 novembre 2011

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