I cialtroni del lifestyle

9 Marzo 2010 di Libeccio

di Libeccio
La pubblicità che inganna, la vita alla Corona, l’Isola senza calciatori e l’autocelebrazione di John Elkann.

1. Altro che pubblicità ingannevole, su lle pagine di giornali e riviste autorevoli si può leggere di tutto: dal cocomero con qualità afrodisiache (secondo la ricerca della tal famosissima Università) al gel che consente di perdere la cellulite mentre si fa la doccia, passando per lo yogurt miracoloso per sconfiggere il colesterolo, la dieta sbalorditiva a base di alghe della Polinesia che garantisce 10 kg. in meno in una settimana. Poi c’è il modello pubblicità occulta (leggasi: redazionale, quando priooprio si vuole fare gli onesti) che riporta l’opinione dell’Istituto clinico di rilevante importanza che informa che per vivere fino a 120 anni occorre effettuare almeno 30.000 passi a settimana (15 km.) celebrando
indirettamente l’importanza del fitness (leggi palestre) come spiegato nell’ articolo di spalla. Anche bere molta birra può aiutare, considerato che stando all’ultima ricerca di una importante Università europea chi beve birra campa cent’anni con muscoli e ossa più giovani di chi non beve. E il vino dove lo mettiamo? Perché stando alle tante ricerche di Istituti di eccellenza che ogni due mesi vengono pubblicate, bere vino fa benissimo a parecchie cose. Questo modo di trattare questioni invece delicatissime, sottintende una considerazione dei consumatori/cittadini pari a quella di una massa indifferenziata di imbecilli incapaci di intendere e volere. E dire che esistono anche Alte Autorità di vigilanza sul temi esposti, con centinaia di altissimi stipendiati, cariche sociali di ogni genere, dirigenti, staff operativi da far paura. E perché allora robaccia simile gira stabilmente sui nostri giornali e in tv? Ne parliamo perché questa spazzatura è dilagante ormai anche sulla stampa sportiva, nelle cialtronissime sezioni ‘lifestyle’.
2. Oltre all’affanno ormai evidente in campionato, una pessima notizia per i tifosi dell’Inter: l’amicizia e le frequentazioni che legherebbero sempre più strettamente Mario Balotelli a Fabrizio Corona e
relativo stile di vita. Senza fare moralismo, è chiaro che anche solo per una questione di orari questo stile di vita non sia l’ideale per nessun tipo di calciatore. Tantomeno per quelli con una carriera ancora da costruire. Ma il principe del gossip non era anche quello che taroccava le foto di Adriano durante una festa per poi ricattarlo? Forse questo genere di argomentazioni Balotelli dovrebbe comprenderle di più.  A proposito di Adriano, sorvolando sull’ultima disavventura colpisce l’ammissione pubblica dei dirigenti del Flamengo circa il fatto che il ragazzo abbia ripreso pesantemente a bere, tanto da doverlo escludere dalle convocazioni in due precise e importanti occasioni. Per una volta la colpa non era dell’Italia e del suo calcio, anche se speravamo che il Brasile lo salvasse almeno come uomo.
3. Con la scomparsa delle trasmissioni di approfondimento politico la televisione italiana è diventata quasi uguale alla trasmissione “Blob”, che propone ogni sera il peggio della tv e dei suoi eccessi trash. Fra il peggio c’è L’Isola dei Famosi, con metà dei telespettatori che vorrebbe vedere Simona Ventura come concorrente e non come conduttrice. Colpisce il fatto che calciatori anche famosissimi, freschi di ritiro, abbiano detto di no all’Isola. Non perché la giudichino di basso livello o perché non si fosse raggiunto l’accordo finanziario, ma perchè non riuscirebbero a stare per settimane senza una loro cara amica (che non è una donna). Qualche esempio, in varie trasmissioni, lo si è già visto. Abbiamo pensato agli infortuni del sabato, tanto cari al direttore di Indiscreto.
4. Domenica abbiamo letto con sincero sconcerto su un autorevole e diffuso quotidiano nazionale una paginata elegiaca su John Elkann, la Fiat e gli Agnelli, condensata nel titolo di testa nel seguente modo: “Sogno una Fiat più forte con cuore e testa in Italia”. L’importantissimo giornalista economico che firma il pezzo non fa una domanda che sia una, limitandosi a riportare le tantissime riflessioni del giovane capitano d’industria, senza porre alcun limite alla sua capacità auto-celebratoria. Ci sembra un modo bizzarro di intendere la professione del giornalista. Almeno andava ricordato che se la Fiat è sempre meno italiana la colpa non è di qualcuno che vive su Marte, ma esclusivamente dello stesso management Fiat (di cui Elkann è parte centrale) che ha delocalizzato la produzione (Brasile,
Messico, Romania, Sud-est asiatico, Stati Uniti) per restringere sempre di più quella italiana, che allo stato attuale è diventata residuale. A parte ciò, personalmente avremmo almeno fatto due domande a John Elkan. 1) Come mai per decifrare correttamente la catena di controllo di Fiat spa occorre avvalersi di un team di investigatori privati? 2) Perché anche la sua gestione insiste nella pratica storica della famiglia, ovvero quella di intascare gli utili (l’ultimo dividendo grida vendetta) e socializzare le perdite?
Libeccio
(in esclusiva per Indiscreto)

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