Fra il Triplete e l’Iran

26 Gennaio 2012 di Anna Laura

di Anna Laura
Siamo al minimo storico? Forse sì… il minimo di Massimo Moratti, aggrappato all’Inter di un Triplete tanto meritato quanto casuale. Diremo poi perchè casuale… Ma perchè aggrappato? Per molti motivi. Il primo è la crisi degli accordi sul greggio, che impongono una sospensione degli scambi con l’Iran entro luglio di quest’anno.
Ennesimo autogol politico dell’Europa, che dipende per il 24% degli approvvigionamenti di petrolio dall’Iran. L’Unione Europea come Moratti? Parrebbe di sì. Moratti si disfa di Eto’o senza alcuna ragione tecnica e con labili pretesti finanziari? La Ue decreta, su ordine degli Usa, l’embargo sul petrolio iraniano. Massimo si attiene al fair play finanziario? La Ue pretende per legge la parità di bilancio. Due entità, una fisicamente sostanziata dal presidente dell’Inter, l’altra non sostanziata da alcun personaggio ma minimissima nelle proposte, anzi negativa nelle scelte. Entità legate da un destino comune: la vicenda dell’Iran, che raccoglie meno titoli mediatici di Schettino ma forse influirà di più sulle nostre vite.
Si giocano su questo tema il nostro futuro di cittadini e più modestamente quello dell’Inter. Qualche settimana fa l’India ha preso accordi con l’Iran per acquistare il suo petrolio. Lo pagherà in rupie o in oro. Entrambe le soluzioni sono rivoluzionarie e sono costate ai loro predecessori il “bomb, bomb, bomb” americano. Come diceva George Carlin in un suo splendido show, l’America intesa come Usa in duecento anni ha fatto venti guerre: bella media, no? Quindi immaginate Moratti come si sente in questo momento, dopo che anche l’anno scorso si era fidato di una promessa (una fra i milioni di promesse non mantenute, peraltro) di Berlusconi a sfondo petrolifero. Peccato che Gheddafi sia morto.
Ma al lettore di Indiscreto il petrolio iraniano non interessa, almeno fino a che troverà benzina al distributore. Torniamo quindi al Triplete, fortemente voluto da chi era in campo e in panchina ma casuale per quanto riguarda la dirigenza. Un’impresa pazzesca, ma determinata dal caso come lo scudetto di Pellegrini fatto di scelte poi sconfessate dal destino: bisogna ricordare il modo in cui arrivò Diaz al posto di Madjer, o come lo stesso argentino fu poi rottamato per il meno utile Klinsmann? Moratti ha dalla sua solo il destino, come un orologio fermo che segna due volte al giorno l’ora esatta. Non ha capito che gli altri si sono coalizzati contro l’Inter, che disturbano ogni trattativa che intavola. Pensa di vivere nel mondo di cinque anni fa o al limite in quello moggianno di inizio millennio, dove in fondo la parte del ‘buono’ aveva un suo perché. Anche il nucleo storico della Lega, quello che Calciopoli in fondo… anche questo nucleo di plurisqualificati è tornato a remare contro. Brutta aria.


Anna Laura, 26 gennaio 2012

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