Fatti pagare fatti valere

11 Dicembre 2009 di Stefano Olivari

di Stefano Olivari
Modesti pensieri sull’assurdità di un mondo dove i primi a non dare valore al proprio prodotto sono i produttori…


Questa mattina uscendo dalla metropolitana e districandoci fra i partecipanti a tre cortei ci siamo trovati di fronte quattro ragazzi, più sfortunati di noi (ma neanche tanto), con quattro diversi quotidiani free da consegnare ai passanti. Non era ovviamente la prima volta che li vedevamo, ma osservarli in quell’istante in quattro schierati come un plotone ci ha regalato un’illuminazione: nessuno dà valore ad un prodotto che viene proposto gratis, anche fosse il giornale più interessante del mondo (al di là del fatto che nessuno di quei quattro lo sia). Vale anche per i quotidiani a pagamento, dove l’euro (all’editore rimane poco più di metà) è solo un prezzo utile per venire posizionati dall’edicolante, per non parlare del web. La stessa televisione commerciale è solo un’immensa distribuzione di un prodotto per cui nessuno pagherebbe di sua volontà un canone. E quindi? Siamo convinti che i giornali (lasciamo stare il web, con la strozzatura dei micropagamenti che uccide ogni idea sul nascere) di qualità, qualcuno ne esiste ancora nonostante l’evidente malafede di alcune sue sezioni (economia in primis), costino troppo poco. Con un doppio effetto negativo: ricavano poco dalle vendite, per evidenti motivi, e vengono percepiti come prodotti da poco da gente che non si fa problemi e spendere 10 euro per una pizza o 90 per una maglietta. Fatti pagare, fatti valere: luci a San Siro, ma anche in edicola.

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