Di bene in Mellor

28 Novembre 2008 di Pippo Russo

Si conclude oggi a Biarritz il vertice informale fra i ministri e sottosegretari allo sport dei 27 paesi dell’Ue, al quale era annunciata la presenza di alcune fra le massime autorità sportive mondiali: dal presidente del Cio, Jacques Rogge, al presidente della Fifa, Joseph Blatter, al presidente dell’Uefa, Michel Platini. Inaugurato ieri e fortemente voluto dalla presidenza di turno francese dell’UE, il vertice presenta diversi punti in agenda, l’ultimo dei quali è l’oggetto di uno scontro politico che ha accompagnato la vigilia del vertice e di certo ne ha affilato le tensioni. Enunciato tortuosamente nel programma di lavoro, il punto in questione recita: “Avvio di una riflessione su un sistema di autoregolazione del movimento sportivo attraverso il controllo di gestione dei club professionistici”. Una formula che di per sé non consente di cogliere il potenziale di tensioni insiste nell’oggetto, e la cui asetticità non disinnesca il conflitto tra due distinte visioni dello sport professionistico (calcio in primis): quella francese e quella inglese.
La premessa a tutto quanto è costituita dal “Rapporto Besson” sulla competitività del calcio professionistico francese, presentato lo scorso 5 novembre. Un documento coraggioso ma anche ricco di punti controversi, tanto da ricevere argomentate critiche dall’opinione pubblica sportiva francese. Stilato da Eric Besson, Segretario di Stato francese “per la Prospettiva e la valutazione delle Politiche Pubbliche”, dietro richiesta del suo collega responsabile di “Sport e Gioventù” , Bernard Laporte (in passato giocatore e allenatore della nazionale francese di rugby), il rapporto individua le carenze strutturali del calcio francese e ne indica delle soluzioni. Una parte di queste riguardano la necessità di sottoporre i club degli altri paesi europei calcisticamente più ricchi ai medesimi controlli coi quali devono confrontarsi quelli francesi. In particolare, Besson auspica la creazione a livello europeo di un organo che prenda a modello la Direction Nationale de Controle de Gestion (DNCG), che fa capo alla Lega Calcio francese (LFP) ma è dotata di ampi poteri; compresi quelli di elevare pesanti sanzioni contro i club che violino le regole di condotta amministrativa. Un organo che possa anche decretare la retrocessione per eccessivo indebitamento. E considerati i bilanci di molti club inglesi e italiani sarebbe una novità dalle clamorose conseguenze.
Contro questa visione dei rapporti di forza economici nel calcio internazionale, e soprattutto contro la possibilità che vengano istituite forme di controllo centralizzato a livello europeo, si sono levate voci virulente dal mondo del calcio inglese, soprattutto fra i commentatori dei giornali conservatori. Sulle pagine sportive del Times il tema domina da una settimana. Il capo dei servizi sportivi del quotidiano londinese, Martin Samuel, ha lanciato nell’edizione del 19 novembre una provocazione, corredando con un titolo a effetto la sua analisi sulla questione: “Il calcio inglese messo a repentaglio dalla Rivoluzione Francese”. Si è trattato del primo di una serie di articoli che brandendo l’infallibile arma dell’euroscetticismo sta provando a mobilitare l’opinione pubblica inglese contro la prospettiva disegnata dal Rapporto Besson, e che ha fatto segnare il culmine con l’apertura di un forum dal titolo esplicito: “Vuoi che il calcio inglese sia controllato dall’Europa?”. Dalle colonne di un altro quotidiano conservatore, il tabloid Evening Standard, ha preso la parola l’ex ministro David Mellor. Il quale è un personaggio mica da poco. Più volte arruolato nei governi Thatcher e Major, fu costretto alle dimissioni nel 1992 a causa della pubblicazione dell’autobiografia dell’allora amante, l’attrice Antonia de Sancha. La quale, fra le altre cose, rivelò che il ministro soleva copulare indossando la maglia del Chelsea, sua squadra del cuore. Nell’edizione di mercoledì dell’Evening Standard, Mellor ha parlato di “francesi invidiosi che stanno tramando per far finire il nostro dominio”. Certo, sarebbe stata cosa gradita se Samuel e Mellor avessero anche provato a spiegare come mai abbiano sentito il calcio inglese chiamato direttamente in causa dal Rapporto Besson.
Sullo sfondo rimane imprecisato il ruolo giocato da Michel Platini, presidente dell’Uefa. Quanto al sottosegretario italiano con delega allo sport, Rocco Crimi, i ben informati lo danno allineato alle posizioni oltranziste inglesi.
Pippo Russo
http://www.myspace.com/pipporusso
(per gentile concessione dell’autore, fonte: il Riformista di oggi)
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