Di qua o di là
Crodino o Sanbittèr?
Indiscreto 02/05/2020
Per il nostro aperitivo analcolico, chiaramente sul terrazzo di casa, meglio il Crodino o il Sanbittèr? Domanda di grande attualità, visto che negli ultimi giorni del Crodino si è parlato molto, perché nei piani della Campari la produzione del Crodino dovrebbe presto essere spostata da Crodo a Novi Ligure. Inevitabili le rimostranze del paese della Valle Antigorio, poco lontano da Domodossola, noto anche per l’acqua.
Nel 2017 infatti la Campari aveva ceduto il suo stabilimento di Crodo ai danesi di Royal Unibrew, quelli della Ceres, insieme all’acqua Crodo e a una serie di bevande famose, fra cui Oransoda, Lemonsoda e Mojito Soda (buonissimo, nel nostro frigo non manca mai). Non il Crodino, però, di cui aveva mantenuto la produzione a Crodo fino al 2020. Insomma, pare che nessuno perderà il lavoro e semplicemente a Crodo i danesi produrranno altro. Il solito pistolotto sui marchi italiani di proprietà estera, peraltro anche in questo caso giustificato, a questo giro lo rimandiamo.
Quanto al Sanbittèr, tutti noi vecchi (è nato nel 1961, 3 anni prima del Crodino) lo abbiamo conosciuto con il nome di Bitter San Pellegrino, ma la casa madre (la San Pellegrino, appunto, che da più di vent’anni fa parte della Nestlé) lo ha ribattezzato Sanbittèr nel 1985. Detto che i gusti sono gusti e che entrambe le bevande funzionano sia singolarmente sia in cocktail, senza addentrarci nelle loro varianti (a noi piace il Twist) la domanda è di quelle che dovrebbe stimolare l’Uomo Indiscreto, sempre più leone in gabbia: Crodino o Sanbittér?