Campi di patate

6 Febbraio 2008 di Stefano Olivari

Oscar Eleni sulla strada per Casalecchio, facendo sosta premio a Soragna, zona Parma, dove un tempo si mangiava la vita sentendone il gusto, dove oltre i campi di patate di questo basket legaiolo, affidato per le ore notturne alla televisione lecca-lecca, scorgi la porta del tempio persa fra l’erba per le oche, ultimo dolore per Torquemada Porelli che entrando nella casa della gloria di questa nostra palla al cerchio non si volterà indietro. Pagelle anticipate perché esiste il sospetto che tre giorni a Bologna possano destabilizzare non soltanto fegato e colesterolo, perché siamo sicuri che berremo veleno guardando le code davanti alla casa di uno che per farti entrare vorrebbe l’inchino. Pagelle frettolose per la vostra pazienza:
10 Per Aldo OSSOLA che mai avrebbe pensato di entrare fra i 50 giocatori della grande storia europea. Non ci avrebbe pensato perché non era interessato, come quando lo avrebbero voluto in Nazionale, non sbavava per certe cose, ma adesso, siamo sicuri, gli farà piacere, tanto piacere.
9 A Pedro FERRANDIZ scelto fra i grandi allenatori europei, omaggio per un vero cavaliere del Real che ci ricorda come il suo amato rivale, spesso vittorioso, il Cesare RUBINI entrato prima di lui nella Casa della Gloria di Springfield, è scivolato fuori dall’elenco dove, chissà perché, hanno messo Lolo Sainz.
8 Per MENEGHIN, MARZORATI, RIVA che ci riportano nella bettola di Soragna perché era per seguire loro che si viaggiava, perché erano il meglio di un basket che non aveva bisogno di mettersi in punta di piedi per apparire più alto.
7 Al giornalista pesarese GENNARI per una coraggiosa battaglia a favore degli italiani che meritano l’aiuto del pubblico, tipo il Maggioli cacciato da Pesaro, tipo il Cianciarini che Pesaro vorrebbe masticarsi, della stessa gente che, invece, perdona tutto a mercenari tatuati e bugiardi.
6 A Bob MCADOO e Mike D’ANTONI che dal pulpito NBA non faranno caso a questi riconoscimenti europei, ma ci servono per ricordare che l’Olimpia Milano non era poi così male, anche prima di Corbelli, anche prima che arrivassero i cartelloni luminosi con la pubblicità.
5 Alla GIUDICANTE federale che ha ridotto la squalifica per il campo di Faenza dopo l’aggressione all’arbitro, una violenza che dovrebbe portare alla denuncia del colpevole, ma la stessa società che si vanta di aver fatto di tutto per la difesa non sa dove stia di casa uno che di sicuro conosce, perché deve essere un fanatico tifoso, uno dei pochi, perché qualcuno lo avrà pure fotografato.
4 Al grullo di SKY che difendendo le partite trasmesse alle ore 21, il grullo non è fra i due di briscola con microfono, sia chiaro, cerca di far sorridere spiegando che si va incontro alla fidelizzazione dello spettatore, ormai abituato all’orario a mezza strada nella domenica dove il calcio strangola, dove il pensiero del lunedì lavorativo ammoscia. Appendetelo per l’unico testicolo.
3 Ai CASTIGLIONI varesini per aver scoperto troppo tardi che è venuto il momento di ricostruire senza mettere nessuno al patibolo. Contro Teramo hanno tradito tutti ed un motivo ci deve essere.
2 All’arbitro di origine turche SAHIN che doveva rifiutare il premio Reverberi strameritato per la festa di Quattro Castella: l’invidia è una malapianta che nel settore cresce e ti avvelena. Meglio fingere di essere uno dei tanti, anche se per fortuna quando arbitra lui ci si accorge che intorno ci sono soltanto pigmei.
1 A Gianmarco POZZECCO perché, come viene fuori da un’intervista rosea alla madre, già quando era ragazzino pensava al suo successo e non alla squadra: sul tram avrebbe evitato di pagare il biglietto se fosse risultato alto meno di un metro, ma lui, furbissimo, si era messo in punta di piedi contento che la famiglia pagasse la multa. Adesso si spiegano tante cose.
0 Al Dan PETERSON che come Fregoli cambia ruolo ogni giorno perché fa rabbia sapere che aveva ancora tanta energia dentro quando ha lasciato la panchina, perché dispiace scoprire che in tanti si affidano al suo talento e genialità meno la Milano che avrebbe dovuto affidargli la rifondazione nel momento in cui avevano trovato i quattrini. Strane davvero le scelte di Fester e compagnia cantante che presto torneranno in pista con l’album delle figurine che ha dato all’Armani i giocatori peggiori nella stagione che doveva essere di rilancio europeo.

Oscar Eleni
Fonte: www.settimanasportiva.it

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