Benetton come poche

7 Ottobre 2009 di Stefano Olivari

I soli sei punti segnati nel secondo quarto al Palaverde contro l’Orleans costeranno quasi certamente l’Eurolega alla Benetton, costretta venerdì alla super-impresa in Francia: nove punti da recuperare. Ed è un vero peccato, perchè si tratta di una delle poche squadre italiane (fra quelle con grandi budget l’unica) a credere davvero nella crescita dei giocatori e nella possibilità in prospettiva di chiudere il ciclo senese. Anche ieri, in situazione disperata, oltre ad un Hackett minore e ormai battezzato sesto uomo si sono visti in campo per 5 minuti i De Nicolao, i Sandri, i Renzi, insieme ovviamente ad un Motiejunas con le parole ‘draft Nba’ scritte in fronte (morbido ma preciso e presente anche a rimbalzo, lui sì utilizzato troppo poco). Non basta ricordare a Meneghin o a Petrucci l’elenco degli scudetti giovanili, come ha fatto il presidente senese Minucci, se poi non si fanno giocare le migliori promesse creando un nucleo forte e identificabile. E poi, con tutto il rispetto per la Montepaschi, il suo grande ciclo di vittorie (italiane) è iniziato proprio dopo la Coppa Italia 2007 e la quasi cancellazione della Benetton dalle mappe in seguito al caso Lorbek-Cuccarolo. Non è strampalato pensare che possa essere la stessa Benetton, magari non quest’anno, a chiuderlo. Le società con una visione superiore alla settimana successiva e all’americano da tagliare alla prima partita sottotono sono in fondo poche.

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