Roberto Gotta

Roberto Gotta, bolognese dissidente nato a Torino nel 1964, ex giocatore di football, come telecronista ha raccontato questo sport per Rai, Fox Sports e Dazn, commentando oltre 150 partite fra NFL e college. Autore di numerosi libri di calcio inglese (fra cui 'Addio West Ham' e 'Le Reti di Wembley') e di pallacanestro ('Chicago Basketball Stories' e 'Oh Michael - Il Jordan che non conosci'), è stato direttore di American Superbasket.

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    Il dramma e la gioia di Kerry Meier

    di Roberto GottaUn contrasto che ha fatto davvero male, quasi da brividi, a prescindere da qualsiasi forma di retorica. Nove giorni fa moriva a soli 26 anni nell' Arkansas, durante un' escursione, Dylan Meier, l' ex quarterback dei Rhinos Milano, stimatissimo da tutti coloro i quali l' hanno conosciuto e incontrato. Sabato, il fratello Kerry, ricevitore proveniente da Kansas [' ]

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    Dove si onora la furbizia

    La logica distorta e la propensione alla scorciatoia non regolamentare che hanno sempre contraddistinto la carriera e la vita di Diego Armando Maradona si sono confermate ieri, quando alla legittima affermazione («non ho perdonato quel gesto») di Terry Butcher, vice-allenatore della nazionale scozzese, in campo in quell' Argentina-Inghilterra del 1986 in cui Maradona segnò di mano [' ]

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    Una grande Facenda

    1. Una curiosità che non sappiamo quanto sia stata approfondita, a proposito del Super Bowl di due settimane fa, è il nome dello stadio in cui si è giocato. Nome ' University of Phoenix Stadium ' che è invariato da quando l' impianto è stato inaugurato, ma che nella circostanza ha attratto molti che si sono [' ]

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    Troppo bello

    1. Passata l' emozione? Il ritorno alla vita normale, lavorativa, familiare, ha l' effetto di annacquare i ricordi più belli, ma questa volta l' effetto Super Bowl sarà durato di più, in molti. Perché poche partite sono state così significative e belle: belle nel senso dell' incertezza, dell' equilibrio, della sensazione che ogni azione, anche le corse centrali da una [' ]

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    Perfetti o sorprese

    1. Mancano più o meno quattro giorni al Super Bowl, se si considera il giorno di pubblicazione di questa rubrica, e la lunga vigilia della partita si svolge su due piani completamente differenti, uno pubblico ed uno privato. Differenti, e contrastanti. E quello pubblico, che si manifesta in giornate come quella di martedì, il cosiddetto [' ]

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    Aspettando Sports Illustrated

    1. Super Bowl, allora. Una stagione andata a precipizio, nel senso che è passata rapidissima nelle ultime settimane, quasi che l' imminenza della finale facesse correre il tempo. Ormai lo sanno tutti, sarà New England-New York. Splendida, bella, super? E chi lo sa? Fare previsioni non è il nostro mestiere, né ci piace. Ad eccezione dei [' ]

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    Louisiana State con l’asterisco

    1. Nella notte (italiana) tra il 7 e l' 8 gennaio, dunque nemmeno 48 ore prima dell' uscita di questa rubrica, si è giocato al Superdome di New Orleans il BCS Championship Game, in parole incomplete la finale del football universitario. Già si era detto delle perplessità che aveva suscitato la scelta, seppur obbligata, delle due sfidanti: [' ]

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    Senza dinastie è meglio

    1. Ad una giornata dalla fine della regular season è finalmente il momento di fare una piccolissima analisi della situazione in vista dei playoff, che in settimane precedenti sarebbe stata troppo campata in aria e legata ad una combinazione eccessiva di risultati per poter essere digeribile in uno spazio come questo. Allora, le già qualificate [' ]

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    Preferiamo un defensive end

    1. La scorsa settimana, forse quindici giorni fa, si era parlato qui di una teoria che prende progressiva consistenza, ovvero che sia relativamente facile trovare ' e parliamo di un ruolo esaltante da vedere ' un running back adatto, una volta che superi una certa soglia di talento, resistenza, atletismo, mentre molto meno agevole è [' ]

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    Cowboys senza prezzo

    1. Visto Bobby Petrino lunedì notte a bordo campo durante Atlanta-New Orleans? Ecco, ora è sparito. Nulla di criminale, sia chiaro. Semplicemente, Petrino ha deciso di uscire dal contratto quinquennale con i Falcons che solo dieci mesi fa aveva firmato e di accettarne un altro, per la medesima durata ma molto meno ricco (14 milioni [' ]