Agenti cangerogeni

4 Febbraio 2011 di Oscar Eleni

di Oscar Eleni
La difesa di Siena, la tasca di Roma, le palle degli Spurs, il pubblico di Bologna, la metropolitana di Assago, i centri di Peterson, il provincialismo da NBA, gli squali di Arenas, la professione di Blauir e la maglia dell’Iraklis…

Oscar Eleni dalla terra degli Atavar dove fanno un gelato limone straordinario, dice la compagna Ripley. Da quel pianeta riesci anche ad esaltarti e a deprimerti guardando voi della Terra.
Esaltante la difesa di Siena che nasconde i difetti dei “nuovi”: da prendere a legnate Hairston, da comprendere, ma non capire l’ex Rakovic. Su Jaric cautela, ma cresce. Grande Michelori, ma non dica che è stato il riposo dell’estate a farlo volare.
Deprimente la Rometta che tiene fino al 30-30 e poi svacca, come sempre. Filipovski dice che per competere a certi livelli non puoi avere cali di rendimento così evidenti nella stessa partita. Lo sapevamo già, lo sanno tutti cosa tiene in tasca la Lottomatica. Te li saluto gli italiani Crosariol e Datome. Da incorniciare il Washington che svacca quando sembrava bello carico. Male anche i giovani slavi. Da incubo.
Leggiamo, noi Atavar, che San Antonio impallina a 2 decimi di secondo i Bryant Lakers, davanti ad oltre 19.000 persone. Anche a Belgrado erano oltre 19000 persone. Ci volevano palle e acciaio.
Leggiamo, sempre noi ragazzi in blu Avatar, che Bologna guida nell’affluenza del pubblico e per incassi. Sabatini è un genio e fa bene a servire polpette avvelenate all’agente dell’indifendibile Kemp. Leggiamo anche di società avvilite perché hanno tanti spettatori ma sono indietro negli incassi, vedi Pesaro, ma si scopre pure che Varese è indietro nelle presenze del pubblico, ma molto avanti con gli incassi. Pericolose variazioni anche se diminuire gli omaggi non è mai stato un errore, ammesso che ci siano strade per riempire i palazzi davvero.
Ad esempio: Milano contro Biella dovrà vivere sulla sua luna di Assago non servita da una metropolitana, servita soltanto da autobus di servizio sconsigliati a chi soffre la ressa. Il blocco del traffico è un danno enorme e non è paragonabile con San Siro dove almeno arrivano i tram. No, il metrò non è previsto nei posti dove c’è grande affluenza. Stadi, aeroporti, palazzi dello sport (palazzi? Già Milano è oltre il mare dell’infelicità per impianti sportivi).
Peterson e la sua legge: Siena non è qualitativamente più forte dell’Armani, ma ha meccanismi perfetti e per questo sembra irraggiungibile. Non sembra, è. Armani e la sua strana storia al centro: arriva Eze. Alleluia. Si fa male quasi subito. Sfortuna o…Torna all’improvviso Petravicius nella Milano da imbottigliare dopo Treviso. Parlano di miracolo. Noi siamo perplessi, non vorremmo che l’agente del lituano avesse parlato con l’agente di Scotti appena ustionato dalla Virtus su certe presenze assenze.
Lutto nazionale ogni volta che i tre italiani NBA vanno a letto senza cena. Provincialismo baggiano. Fanno quello che possono in squadre che danno quello che possono. Gallinari è un super e non deve mai leggere la stampa degli orgasmi che lo stuzzica dicendo di chiedere più palloni. Quelli sorridono ai D’Antoni e ai Peterson per poi ballare a Cheronea sulle loro sconfitte. Belinelli è in flessione fisica e mentale. Non siamo sorpresi. Bargnani è Bargnani. Non siamo sorpresi. Né ci stupisce che non siano alla partita delle stelle se ci vanno davvero le stelle.
Inferno NBA: cari agenti, cari amici dei presunti talenti, segnalate ai vostri associati che Pekovic e Splitter, due che in Europa facevano strage, giocano poco, che il russo dei Knicks è stato tirato fuori quando ormai si pensava che fosse nel gulag della grande mela. Se cercate un amico scrivete a Gilbert Arenas, uno che tiene squali nell’aquario. Sì, dicono quelli che decrittano telefonate e maialate, ma erano piccoli. Già.
Siamo felici per Blair che è diventato deejay a Tucson. Ogni tanto ci faceva ballare anche quando giocava a Biella e Milano.
Premio speciale ai dirigenti dell’Iraklis Salonicco che dopo aver perso il derby con l’Aris hanno chiesto ai giocatori le maglie per buttarle a terra al centro del campo : non erano degni di indossarle. Da noi quando?

Oscar Eleni

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