Il pop perfetto di Alan Sorrenti

27 Maggio 2020 di Paolo Morati

Non so che darei è il singolo con cui Alan Sorrenti nel 1980 partecipò all’Eurovision Song Contest piazzandosi al sesto posto. Una canzone che il cantante napoletano di madre gallese presentò sul palco del Concertgebouw de L’Aia con tanto di band e coriste finte chitarriste, tra il rosa e il viola. All’epoca Sorrenti, abbandonato da qualche tempo il rock progressive e i progetti sperimentali avviati con Aria, era di fatto al culmine del successo discografico.

Figli delle stelle del 1977 e l’intero omonimo album lo avevano tre anni prima rilanciato grazie a una produzione moderna e internazionale, tra gli albori del pop e le influenze della disco music, piena di suoni e talento. Successo bissato nel 1979 con Tu sei l’unica donna per me e l’album L.A. & N.Y. che includeva anche alcuni brani in inglese, idioma che del resto Sorrenti padroneggiava senza problemi.

Ecco che 40 anni fa Non so che darei, contenuta in Di notte, chiudeva un trittico che oggi va ricordato e rispolverato senza pregiudizi, qualcosa di molto lontano rispetto alle produzioni odierne, impregnato di una forte melodia, ma anche di ritmica e impasti sonori, con quei particolari che non lasciavano nulla al caso.

E non per niente tra i nomi coinvolti in questi progetti c’erano ad esempio David Hungate, Steve Lee Lukather e Mike Porcaro, dei Toto. Tra i brani meno noti dei tre album segnaliamo infine Un incontro in ascensore, dal potente sapore funky, e la lunghissima session Love fever. Da ascoltare rigorosamente in cuffia, per capire.

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