La roulotte di Taribo West

15 Luglio 2019 di Furio Fedele

Quali sono le auto preferite dai calciatori? Dalla Ferrari nuova di fabbrica alla Fiat di quarta mano, passando per Smart, Porsche, Lamborghini, Mercedes e anche… roulotte, abbiamo in 40 anni visto di tutto. E spesso la realtà è diversa dalla fantasia dei tifosi, nel senso che a volte è grigia come la nostra mentre altre nemmeno è immaginabile.

Ma quindi i grandi campioni del calcio hanno e fanno qualcosa di normale, durante la loro carriera? Difficile, ma non impossibile, che questo accada anche perchè i guadagni, la notorietà, la visibilità e, di conseguenza, le tentazioni sono all’ordine del giorno. Difficili da allontanare, debellare, narcotizzare ed esorcizzare.

È chiaro come gli status symbol più evidenti siano auto, gioielli, case, vacanze, tutto quanto faccia lusso e spettacolo. L’affitto dello yacht sul quale Cristiano Ronaldo ha trascorso le recenti vacanze estive era di 200.000 euro a settimana (compresi carburante, cambusa ed… elicottero?), ma la cosa ci impressiona meno rispetto a giocatori Serie C che una barca, anzi barchetta, l’hanno comprata a rate.

Gli eccessi possono essere meno… costosi ma non meno clamorosi. Si dice che il terzino svizzero del Milan Rodriguez sia uno dei fortunati possessori (125 in tutto) di una esclusivissima Smart Brabus del valore di 50.000 euro. Sì, talmente top da avere un motore da 125 cavalli (le Smart per comuni mortali ne hanno poco più della metà) con un assetto e prestazioni da muscle car.


Ma c’è chi, nella sua iniziale e ossidabile semplicità, ha cercato di resistere alle tentazioni. L’attaccante tedesco Jurgen Klismann era inseparabile, anche alla Pinetina, da un Maggiolino prima serie (quello con il lunotto diviso a metà) che aveva i coprisedili griffati da Pippo, Pluto e Paperino in equilibrio sul surf. Poi nel prosieguo della sua carriera interista anche Klismann ha ceduto al fascino della Porsche, come del resto molti altri suoi colleghi che però non avevano la fama di alternativi ed erano partiti direttamente con la Porsche.

Ricordiamo come Oliver Bierhoff si presentasse a Milanello con una Porsche «millesimata» che un giorno fu urtata, accidentalmente, nel parcheggio del quartier generale rossonero. In questa occasione la diplomazia e l’educazione del tedesco furono messe a dura prova, forse si è trattato dell’unica volta in cui l’abbiamo visto davvero arrabbiato. Perché l’auto per molti uomini e soprattutto ragazzi, una volta più di oggi, è un’estensione di sé.

Chi non è normale in campo, difficilmente lo è fuori. A forza di prestare macchine all’amico dell’amico del cugino non ci si ricorda più quante auto si posseggano. La leggenda del Camp Non narra che un giorno i custodi dello stadio del Barcellona abbiano rinvenuto in un luogo remoto dello stadio una Lamborghini Diablo dimenticata da tempo immemorabile (è il caso di dirlo) da Samuel Eto’o… Che non si faceva mancare proprio nulla. Ricordate il palmare della Motorola (anno 2006)? Il bomber aveva fatto tempestare di diamanti la conchiglia con diamanti del valore di oltre 36.000 euro. Tutto è relativo, come se noi spendessimo 36 euro.

Senza sottilizzare fra 2 o 4 ruote, Walter Zenga agli albori della sua carriera interista si presentò alla Pinetina a bordo di una moto Bmw K100 fiammante. Quella fu la prima e unica volta, a nostra memoria: fu costretto a venderla per motivi facilmente intuibili. All’epoca scrivevamo cose del tipo ‘Il calciatore è un patrimonio della società’…

Incommensurabile lo sketch che vide protagonisiti Marcello Lippi in versione Inter e Taribo West. Il quale, avvolto in una tunica turchese, si presentò alla Pinetina chiedendo udienza al tecnico. «Dio mi ha detto che devo giocare nell’Inter!» esclamò perentorio. «Strano. A me non ha detto un cazzo!» rispose il tecnico viareggino, con una delle battute meglio riuscite della sua triste (almeno per gli interisti) avventura nerazzurra. Per nulla intimorito e scoraggiato, il formidabile Taribo si procurò una roulotte per accamparsi fuori dal quartier generale interista in segno di protesta. IL Taribo show, aneddoto raccontato più volte da Lippi, fu sventato in extremis dalla società, ma quella roulotte rimane nella memoria.


L’apparenza a volte inganna. Il più vincente (in Europa) e normale degli allenatori di questo millennio, Carlo Ancelotti, è riuscito nell’impresa di presentarsi a Milanello addirittura con un elicottero personale. Un privilegio consentito solo al presidentissimo Berlusconi e ad alcuni ospiti super-vip, di quelli veri, come il re della cioccolata Ferrero che era un habituée dello staff medico rossonero. Ma un esperto pilota coma la signora Luisa, prima moglie di Carletto, riuscì a infrangere questo tabù. Cose che ti aspetteresti da Neymar, invece…

Chi è riuscito a superare il limite (6 ruote!) è stato Muntari che una volta sfoggiò nel parcheggio di Milan un pick-up Mercedes 6X6 griffato AMG della potenza di quasi 600 cavalli in grado di superare abbondantemente i 200 all’ora. Da sottolineare che sul cassone, nella versione militare, è possibile montare una mitragliatrice in grado di neutralizzare un carro armato o un aereo. Se Muntari l’avesse fatto non ci saremmo sorpresi.

C’è mai stato un campione del calcio che, nella sua carriera, abbia fatto l’autostop? Sì, uno. Domenico Marocchino, indimenticato talento della Juventus, che in occasione di una trasferta si svegliò tardi. Il pullman non lo aspettò. Lui lo rincorse, presentandosi in ciabatte…

Ma uno che fosse più normale degli altri? Giovanni Trapattoni, che i primi guadagni da milanista li lasciava in famiglia. Lo accompagnava in auto a Milanello Gigi Radice. Due campioni, due amici, due fratelli. Un’amicizia di altri tempi, che non ci sono più. Ma probabilmente anche ai loro ci sarà stato chi puntava il dito sullo stile di vita dei calciatori e sulle auto lussuose, anche se i giovani Trapattoni e Radice guadagnavano poco più degli impiegati dell’epoca.   

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