Basket

2009 fuga dalla Russia

Stefano Olivari 04/02/2009

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di Stefano Olivari

Il Khimki-Dinamo Mosca di Eurocup visto ieri su Eurosport, vinto in trasferta dalla squadra allenata da David Blatt, ha sintetizzato alcuni problemi dell’odierno basket europeo di club. Primo: per roster, profondità e storia recente nessuna delle due squadre russe c’entra qualcosa con la triste Eurocup, erede illegittima insieme all’Eurochallenge delle vecchie Coppa Coppe e Coppa Korac. Entrambi i club sarebbero da Eurolega sparata, ma sono relegati nel palcoscenico minore del martedì solo dalle barriere all’entrata innalzate dall’Uleb per la competizione maggiore. Secondo: i club hanno proprietari ricchissimi, ma il pubblico praticamente non esiste. Il Khimki di Scariolo gioca in un’arena da 5mila posti, con meno della metà occupati: i patiti dello streaming, ma anche Gianmarco Pozzecco, possono confermare che in campionato a volte va anche peggio. Terzo: al di là dei problemi nei pagamenti, tutto il contesto sta inducendo i migliori a scappare. Vedere campioni come Milt Palacio, Jorge Garbajosa, Bostjan Nachbar e Travis Hansen sbattersi per pochi intimi è una cosa che fa male. Non è un caso che dalla Russia sia in atto un grande fuga: Nenad Krstic aveva avuto l’insana idea di lasciare i Nets per il Triumph (motivazione ufficiale 9 milioni di dollari a stagione, ufficiosa il bisogno di un basket meno fisico per recuperare dall’infortunio) ma è subito rientrato nella NBA dalla porta di servizio, cioè i Thunder, Hollis Price e Jannero Pargo hanno lasciato proprio la Dinamo Mosca settimana scorsa esordendo curiosamente insieme nelle loro nuove squadre in Armani Jeans-Olympiacos di Eurolega. In generale si è visto che i grandi ingaggi senza un ambiente adeguato, che restituisca visibilità, a volte si ritorcono contro i loro percettori: almeno questo non è un problema italiano, visto che il più pagato della serie A guadagna meno del decimo a disposizione di Yannakis.
stefano@indiscreto.it

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