Stramaccioni contro l’ipnosi da confusione

27 Marzo 2012 di Anna Laura

di Anna Laura
Il nuovo allenatore dell’Inter ha di sicuro un presente di nove partite. Forse addirittura un futuro se Moratti troverà sul campo degli adulti una minima conferma di quello che ha visto in quello dei ragazzi. Inutile fare previsioni su situazioni che cambiano in base all’ultimo risultato, magari fra due partite saremo qui a commentare l’inevitabile pezzo ‘Ecco l’Inter di Villas Boas’. Chiudiamo prima il discorso Ranieri, che ha aggiunto qualcosa di suo a una squadra che sarebbe stata sbagliata con chiunque in panchina. Ce l’aveva una via di fuga, Ranieri, ma l’ipnosi da confusione lo ha segato nei processi di pianificazione degli alibi. Altri in società e in squadra invece ne hanno approfittato a mani basse. In fin dei conti non si possono cacciare dieci giocatori, di cui uno, Cambiasso, si era già cacciato da solo. Il parco giocatori dell’Inter è due anni che subisce questa strategia preterintenzionale dell’ipnosi da confusione, immolando sè stesso in una serie di infortuni a catena che non gli permettono di raggiungere una forma decente. Cosa è l’ipnosi da confusione? E’ una tecnica particolare di ipnosi che Milton Erickson spiegò in America sul finire degli anni Cinquanta. Per spiegarlo raccontò un aneddoto capitatogli mentre scendeva dal treno ed era in ritardo. Compiendo affrettatamente questa discesa urta un passeggero, che voleva salire sul treno in modo violento. I due si guardano e mentre il passeggero che stava salendo si aspettava spiegazioni, Erickson tutto preso dall’essere in ritardo gli chiede: “Che ora è?”. Il passeggero rimane sbalordito e incapace di fare alcunchè. E mentre Ericsonn si allontana rimane li a chiedersi chissà quali cose e a cercare le risposte tra sè. Ipnosi da confusione.
Nell’Inter è quello che è successo con l’avvento di Benitez. Quando si radunano la prima volta, invece dei complimenti che loro, i giocatori, gli eroi del Triplete, si aspettavano questo se ne esce con frasi del genere ‘Siete vecchi e logori, adesso vi spiego come si gioca a calcio’. Ipnosi da confusione, appunto. Moratti neanche le conosce queste cose, ma a mio parere dovrebbe chiedere i danni a Benitez. Detto questo, i trucchi degli infortuni messi in atto dall’intera rosa dell’Inter sono il tentativo di ribellione al “siete vecchi e logori” che incessantemente rimbomba nelle loro menti. Ranieri ha perciò deciso di entrare in questo stato ipnotico dopo le vacanze di Natale. Anche lui ha capito che questi di giocare non avevano voglia, troppo doloroso, e si è adeguato prolungando le vacanze. Risultato? Mai in forma. Stranamente non c’è neppure una espulsione, quindi devo arguire che la reazione sia di tipo solo autodistruttivo. Insomma, è inutile che Ranieri ripeta il mantra “Si allenano con furore”, il suo compito non è la valutazione del merito nell’allenamento ma è o dovrebbe essere la valutazione di ciò che fanno in partita. Se ciò non accade , come non è accaduto con le sostituzioni di Poli e Obi, significa che vede un’altra partita. Una visione “educativa”, un feedback negativo costante che vuole insegnare a coloro che non capiscono che (Castaignos mai più schierato come punta centrale dopo il gol al Siena) in ossequio allo stato di ipnosi da confusione della squadra e dell’allenatore, non si poteva più tollerare.
Ed eccoci arrivati a Stramaccioni. Alcune scaramanzie funzionano, gesti che hanno simbolicamente il significato del distacco da stati e pensieri negativi. Proprio una scaramanzia ha dettato l’avvento di Stramaccioni sulla panchina dell’Inter. Non è il progetto, ma il distacco da un modello mentale, il “siamo sfortunati” di Ranieri. Splendido alibi che univa società-squadra-allenatore e che non poneva soluzioni fino a domenica pomeriggio. Moratti a Londra si è scontrato con un paradigma diverso, un sogno diverso, un risultato diverso. Probabilmente si è invaghito come suo solito, un colpo di fulmine che ha inter-rotto lo schema che agiva su di lui a Milano. In un anno da dimenticare aver vinto una “Champions” Primavera (la chiamo cosi perchè l’avessero vinta gli altri l’avrebbero chiamata così, non certo perché è una Champions), lo ha fatto tornare vivo. Stramaccioni è la scaramanzia, la forza di fare quello che non si è mai fatto, per ottenere quello che non si è mai ottenuto. Nanno voglia i commentatori a esprimere i loro “se” o i loro “ma”, contro la predestinazione non ci sono nè se nè ma. Non che sia Mourinho, è chiaro, ma per l’innamoramento di Moratti qualcosa di Mourinho ce l’ha. La scelta di Stramaccioni, comunque vadano le cose, significa affrancarsi dalla logica della sfortuna e della negatività, per andare in una direzione precisa. Anche se è troppo tardi, non è poco. 

Anna  Laura, 27 marzo 2012

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