Simoncelli e Valentino Rossi

28 Dicembre 2021 di Indiscreto

Oggi esce al cinema SIC, il documentario Sky Original su Marco Simoncelli, con la regia di Alice Filippi ed una permanenza nelle sale di soli due giorni, come ormai è tradizione in questo tipo di operazioni. Chissà se dopo aver visto il film, cosa che sicuramente faremo, sapremo rispondere alla domanda che in molti hanno in testa da Sepang 2011: se non fosse morto a 24 anni Simoncelli si sarebbe potuto avvicinare al suo idolo, modello ed amico (con ‘amico’ nello sport sempre da virgolettare) Valentino Rossi?

Anche Simoncelli era stato un mostro di precocità, come Rossi, esordendo nel Motomondiale, classe 125, nel 2002, a 15 anni di età… poi il Mondiale 250 conquistato nel 2008, l’esordio in Moto GP nel 2010 con la Honda e tanti buoni piazzamenti anche nella classe regina (il migliore un secondo posto) prima di trovare la morte in pista il 23 ottobre 2011. Da allora il pilota romagnolo è stato più volte ricordato, da Valentino Rossi e da tanti altri, ed adesso c’è questo documentario a mettere in un certo senso la parola fine.

Sì, perché SIC è basato su interviste a Paolo Simoncelli, il padre, alla fidanzata Kate Fretti, appunto a Valentino Rossi, all’amico e pilota Mattia Pasini oltre che a icone del Motomondiale come il dottor Costa e Carlo Pernat e a molti giornalisti, a partire da Guido Meda. Il rischio, lo diciamo prima di guardarlo e recensirlo, è quello di una celebrazione acritica e retorica: non che si debbano trovare per forza difetti a Simoncelli, ma se non fosse morto così giovane saremmo qui a parlarne in questi termini? Se fosse vivo sarebbe nella categoria degli wannabe Valentino?

Del motociclismo apprezziamo l’umanità dei piloti, la cui importanza relativa è molto superiore a quella dei colleghi della Formula 1, ma proprio per questo è sbagliato parlare di tutti come di fenomeni perché sopra al livello delle moto inguidabili la differenza fra chi è un fuoriclasse e chi non lo è si percepisce chiaramente: fra l’altro lo stile di guida di Simoncelli era inconfondibile. La domanda è quindi a chi capisce di motociclismo: se Simoncelli non fosse morto a Sepang dove sarebbe arrivato? Livello Iannone, livello Dovizioso, livello Rossi?

 

 

 

Share this article