Quelli che con la Cavese c’erano

8 Luglio 2009 di Luca Ferrato

di Luca Ferrato

Ebbene sì, esisteva anche un Milan prima di Berlusconi, un Milan precedente ai ventitre anni di trionfi che recentemente tanto vengono ricordati la dirigenza rossonera. L’affermazione non è scontata come sembra, visto che per molti l’anno di nascita della società non sembra essere il 1899 ( quella sera alla Fiaschetteria Toscana di via Berchet a Milano…) ma il 1986, quando l’allora Sua Emittenza acquisì una società moribonda e la trasformò nella più vincente del mondo. Di uno di quei Milan pre-berlusconiani, anzi dovremmo dire del peggiore di quelli, si è occupato Sergio Taccone, milanista di provata fede, con il suo “Quando il Milan era un piccolo Diavolo” uscito in questi giorni per la Limina Edizioni. L’autore in particolar modo prende in considerazione gli anni fra il 1980 e il 1983, cioè tutto quello che successe nel periodo fra la retrocessione in B per il calcioscommesse e la resurrezione dal secondo campionato cadetto con Presidente Giussy Farina. E fu molto quello che successe in quel mezzo lustro: anni non certo di vittorie ma piuttosto di patimenti, vergogne, presidenti messi in galera, trasferte europee a Szombathely per giocare contro l’Haladas. Taccone però ci ricorda col suo libro che quegli anni ormai vengono ricordati anche dai milanisti con tenerezza, con un pizzico di nostalgia, per poter magari dire che noi in quegli anni c’eravamo, che non siamo arrivati dopo con le Coppe dei Campioni, che magari siamo andati in trasferta a Varese e non siamo stati poi a Manchester qualche decennio dopo, che magari c’eravamo anche alla partita in casa con la Cavese, oppure conosciamo qualcuno che c’è stato e oggi lo racconta con orgoglio come quel giorno che andò a vedere Bob Marley a San Siro. Il libro prende in considerazione quattro stagioni: il 1979/80, con il suo seguito del calcioscommesse e Albertosi, Chiodi e Morini che ci finirono in mezzo insieme al presidente Colombo portando il Diavolo in Serie B. Oggi Cruciani e Trinca non se li ricorda più nessuno, ma in quegli anni un ristoratore e un fruttivendolo sconvolsero il calcio italiano. La stagione 1980/81, il primo campionato in B, con la sconfitta per 3 a 0 a Taranto, la classe di Novellino, l’Avvocato De Vecchi e la pronta risalita nella massima serie. Il 1981/82 con la squadra affidata a Gigi Radice, una rosa che secondo lo stesso Ct azzurro Bearzot era in grado di lottare per lo scudetto ma che già dopo poche giornate si trovò in fondo alla classifica. Ne seguì l’allontanamento dell’allenatore (sostituito da Galbiati), il cambio di presidenza, con l’avvento di Farina e un Milan che non la smetteva di sprofondare. La speranza tornò nelle ultime giornate, anzi ci si giocò tutto all’ultima giornata con l’obbligo di vincere a Cesena e sperare in una combinazione di altri risultati favorevoli. Effettivamente a Cesena successe il miracolo. Il Milan sotto di due gol ad inizio ripresa ribaltò il risultato e vinse grazie a un gol di ‘Dustin’ Antonelli. Non un gol qualsiasi, forse uno dei più bei gol della storia del Milan, che però non viene mai ricordato perché il “biscotto” di Napoli rese tutto inutile e si andò ancora in B questa volta, citando l’avvocato Prisco, non pagando ma gratis. Unica consolazione stagionale la vittoria in Mitropa Cup, una coppa che oggi viene nascosta, rinnegata, ma che ai milanisti di allora fece piacere vincere, perché non si vinceva mai e piuttosto di niente andava bene anche quello. Infine la stagione 1982/83 con l’ennesima risalita in A, con Castagner, il giovane ma già monumentale Franco Baresi, con “Jordan-Serena il Milan si scatena”. Unica costante in tutti questi anni la presenza dei tifosi: il pubblico rossonero infatti non abbandonò mai San Siro e anzi in alcune domeniche di B fece registrare più paganti di molti stadi di A di una certa importanza. Grazie a Taccone quindi per averci rifatto rivivere quegli anni della giovinezza – ovviamente ciò che viene dal passato ci sembra sempre più bello e più puro – e per averci rifatto riscoprire quel Milan da “vorrei ma non posso” opposto all’odierno del “potrei ma non voglio”.
ferratoluca@hotmail.com
(in esclusiva per Indiscreto)
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