Quando eravamo Happy Children

20 Maggio 2008 di Stefano Troilo

“Happy children” è un must degli anni Ottanta e degli “italo-party” che trovano tuttora spazio in alcune discoteche del nord Italia, meglio ancora del nord Europa. Paul Lion, all’anagrafe Paolo Pelandi, cantava e suonava la tastiera con disinvoltura pari a quella di Alan Wilder dei Depeche Mode. I due terzi dei tre minuti e mezzo del videoclip di “You are the children” lo immortalavano invece alla fedele Yamaha, tra case e strade d’ambientazione vagamente ulsteriana, mentre cantava di guerre infinite, del dio denaro e di vite senza speranza. A suon di cassa gli si sovrapponevano immagini di bambini alle prese con passatempi “da bere” come l’altalena, la giostra ed il trenino del luna park. Quei bambini erano predestinati ad una vita difficile e dalle facili illusioni, eppure in grado di salvarsi in forza di quel “children power” cui l’anno dopo avrebbe dedicato una canzone Yoko Ono. Era il 1984. L’anno in cui Orwell dava voce all’utopia negativa col romanzo “Nineteen Eighty-Four” e gli Eurythmics urlavano allo scandalo sessuale con “Sexcrime”, scandendo nel refrain un altro inquietante quanto robotico “Nineteen Eighty-Four”. Prospettive tutt’altro che “da bere” per l’anno della venuta al mondo degli attuali “golden-children” Carlos Alberto Tévez, Emmanuel Adebayor, Mathieu Flamini, Abdoulay Konko e Fernando Torres. Sul piano strettamente musicale, “Happy children” è emblematica della italodisco quanto “Mad desire” di Den Harrow, “People from Ibiza” di Sandy Marton e “Tarzan boy” di Baltimora. Ma è soprattutto una testa di ponte verso la synth-wave d’ispirazione mitteleuropea che fa capo agli Yazoo di “Don’t go” (Alison Moyet e Vince Clarke, qui i Depeche Mode c’entrano davvero), agli Heaven 17 di “Let me go” ed agli Ultravox di quel Midge Ure rigenerato nel 1997 dalla Swatch per via di uno spot pubblicitario. Ma se “Breathe” è diventata nel giro di dieci anni una cosetta da i-Pod, “Happy children” fa trasalire quanti hanno visto la Coppa dei Campioni il mercoledì sera e la discoteca il giovedì’ notte. Con buona pace del maestro Pelandi, che è rimasto nell’ambiente e cura le edizioni musicali della propria etichetta discografica.

http://www.myspace.com/stefanotroilo
Happy Children: http://www.youtube.com/watch?v=3-yVcW4eWG8

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