Pietà per Maradona dirigente

19 Gennaio 2017 di Stefano Olivari

Diego Maradona è in uno stato penoso. Ha poco più di 56 anni ma ne dimostra almeno 20 di più, pericolosamente simile al suo sosia che genialmente Sorrentino fa comparire in Youth. Questi giorni in giro per l’Italia, in tuta sformata fra il teatro a Napoli, la Hall of Fame a Firenze, interviste televisive e varie altre cose, ci hanno mostrato una persona che che è l’ombra del suo mito, che parla per frasi smozzicate e incomprensibili pronunciate con la bocca impastata, compiace la platea (mentre il vero Maradona sapeva andare contro il mondo), cerca di essere in qualche modo ‘condiviso’ attaccando gente senza potere (bella forza prendersela con Platini adesso) e purtroppo mette in piazza il suo privato credendo, malissimo consigliato, di uscirne bene come uomo. A suggellare il tutto la sua pace con Infantino, fino a qualche mese fa considerato un grigio burocrate (fra l’altro creatura di Platini) e adesso nuovo genio del calcio, al punto che Maradona ha esaltato anche il Mondiale a 48 squadre, e quella con Ferlaino da lui sempre ritenuto all’origine dei suoi guai con il fisco (materia discutibile, quella dei diritti di immagine, visto che per analoghi contratti Careca e Alemão l’hanno passata liscia). Insomma, è messo così male che De Laurentiis, mai stato un suo simpatizzante, gli ha fatto una vaghissima promessa di nominarlo ambasciatore del Napoli nel mondo, carica che significa zero (come del resto la sua attuale in Dubai), quando avrà risolto i suoi problemi con il fisco italiano. La realtà è sempre la stessa: i grandissimi del calcio sono ingombranti, nessun dirigente li vuole davvero intorno e meno che mai chi guida la squadra a cui questi fuoriclasse hanno dato tanto. Perché tutti noi siamo portati a rifugiarci nel mito e in generale nel passato, soprattutto quando il passato c’è stato veramente: quando in Italia la squadra la dodicesima squadra della serie A (piazzamento del Napoli 1983-84) strappava al Barcellona e al resto del mondo il miglior calciatore di tutti i tempi. Come se oggi il Chievo prendesse Cristiano Ronaldo. Onorando il Maradona di oggi onoriamo soprattutto quel calcio e quella Italia, l’importante è esserne consapevoli.

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