Miracolati della moviola

20 Ottobre 2009 di Libeccio

di Libeccio
1. La stessa azione vista al rallenty da due prospettive diverse può condurre a conclusioni completamente opposte. Anche per questo, più passa il tempo e più ci convinciamo che moviole e movioloni siano da abolire, almeno nel campionato di calcio di serie A. Con esse cesserebbero anche le polemiche, i piagnistei e le diffusissime trasmissioni radio e tv che processano il lunedì, appellano il martedì, commutano il mercoledì, tributano il giovedi, ricorrono il venerdì, prescrivono il sabato, amnistiano la domenica. Tanti opinionisti e tanti pseudo-vip a spasso, immaginiamo, ma maggiore senso dello sport che significa anche rispettare il verdetto del campo compreso quello riguardante le decisioni dell’uomo una volta in nero chiamato a dirigere le operazioni di gioco e ad assumere scelte magari impopolari, ma dettate esclusivamente dalla sua convinzione del momento. Oltretutto le infinite discussioni sul rigore che c’era per alcuni e non c’era per altri, non conducono proprio a nulla tranne che a benefici per coloro che proprio su questo hanno fondato fortune professionali altrimenti impossibili. Questo non vuol dire che bisogna vedere tutto rosa: complotti e taroccatori ci sono stati e magari ci sono ancora, ma prescindono dal singolo fischio. Solo che ormai la maggioranza di giornalisti sa parlare solo dell’episodio, proprio come noi al bar.
2. A proposito di arbitri, è ripreso a Napoli il processo a Calciopoli nel silenzio e nel disinteresse generale di quasi tutto il sistema mediatico. E’ un peccato, da qualsiasi lato la si voglia vedere. Come se quello che è successo sia stato una semplice somma di episodi, pochi uomini cattivi ad inquinare un ambiente sano. E’ un peccato anche perché in giro si vedono ancora certi personaggi che pontificano addirittura su concetti tipo onestà, correttezza, lealtà, coesione morale, etica di comportamento. Carraro assolto, alcuni arbitri riabilitati, Abete c’era già allora ma non vedeva e non sentiva. E Moggi? Moggi è diventato opinionista ricercatissimo: in una intervista ripresa oggi dai giornali arriva addirittura a prefigurare un suo ritorno alla Juve. ”Perchè no?”, chiede all’allibito giornalista che lo intervista. Non siamo sicuri che gli Elkann, che tanto hanno fatto per cacciarlo, lo vogliano riprendere, ma di sicuro i suoi opinionisti preferiti (anche lasciando stare i morti) sono pronti ad omaggiarlo.
3. A leggere l’intervista delle Iene a Francesca Piccinini (ampi stralci sono riportati dal web) verrebbe voglia di auspicare l’abolizione della libertà di stampa. Troppa gente si arroga il diritto di esercitare la professione del giornalista senza averne i numeri, l’intelligenza, la preparazione. Troppa gente pensa che per aumentare la share basti usare argomenti trash, far litigare qualcuno in diretta oppure chiedere cose con dentro qualunque riferimento legato al sesso o pretendere che l’intervistato sparli di colleghi o ex fidanzati. E’ vero che il buco della serratura ha sempre attratto moltissimo chiunque, però credo anche che la libera stampa debba svolgere un ruolo qualitativo ed educativo di minimo accettabile indirizzo. E non stabilmente quello di minus sapiens con licenza di creare intere moltitudini di altri minus sapiens. Parentesi: non siamo giornalisti, nessun orgoglio corporativo. Solo il dispiacere di trovare poche cose interessanti da leggere.
4. Graziano Mesina (ex primula rossa del banditismo sardo) andrà all’Isola dei famosi. Per le prossime edizioni sono in coda Olindo Romano e Rosa Bazzi, Marco Furlan (banda Ludwig) e il capo della banda della Uno bianca. Si ritorna al punto precedente. Se ci dite che contano solo i numeri, allora si può trovare anche di peggio.
5. Il Sudafrica è un paese bellissimo ma con una miriade di problemi: magari i grandi inviati ce li racconteranno, magari ci ammolleranno la solita retorica del ‘paese in crescita’. Grande 4 volte l’Italia, 11 le lingue ufficiali riconosciute. Ha una molteplicità di paesaggi che lasciano senza fiato, dislocati tra due oceani, e come anche i sassi sanno nel 2010 vi si terranno i Campionati Mondiali di Calcio. Straordinaria occasione per migliorare le infrastrutture e creare più diffusa ricchezza. Come tutti i paesi molto poveri, il Sudafrica ha livelli di criminalità tra i più alti al mondo (media di 50 omicidi al giorno). A tale proposito, Bheki Cele, il nuovo capo della polizia, ha fatto la sua proposta: autorizzare le forze dell’ordine ad uccidere in qualsiasi situazione di pericolo. Licenza di uccidere, insomma. Tale autorizzazione, ha spiegato l’importante funzionario, servirebbe a inaugurare una nuova era di tolleranza zero contro la criminalità proprio in vista dei Mondiali di calcio e a fare dunque anche un’opera di “bonifica preventiva”. L’opposizione interna ha gridato allo scandalo e subito ribattezzato Bheki Cele “cowboy”. Il ministro della polizia è venuto in suo aiuto dicendo che non si combattono i criminali sbandierando la carta dei diritti umani. Un dato però allarma i sudafricani (e non solo) quanto quello degli indici di criminalità: il fatto che nel 2008 538 poliziotti siano stati condannati per crimini come omicidio, stupro e rapina. Aumentare il potere di una polizia che assume questi comportamenti illegali già in condizioni di normalità, non può portare a commettere abusi intollerabili per chiunque? Il dibattito è in corso. Non sarà solo calcio, di sicuro con queste premesse non scommetteremmo su un boom del turismo. Volevamo solo dire che il Mondiale è interessante al di là dei convocati di Lippi.
Libeccio
(in esclusiva per Indiscreto)

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