Euro 2020, le seconde voci sono inutili?

23 Giugno 2021 di Indiscreto

Da Bruno Giordano ad Antonio Di Gennaro, passando per Katia Serra e altri, gli Europei di calcio stanno riproponendo agli spettatori, nel caso di questi nomi quelli della RAI, il luogo comune che le cosiddette seconde voci siano sostanzialmente inutili nell’economia di una telecronaca. Anzi, che il continuo chiacchiericcio su quanto accade in campo sia di grande disturbo, tanto da indurre i disperati appassionati a cercare vanamente il sotto canale audio con i soli effetti del campo.

Lo stesso discorso vale anche per le voci di Sky, che hanno però una storia diversa e più consolidata legata a molte più partite vissute davanti ai microfoni, comprese quelle di campionato, per una consuetudine che di fatto appare come un servizio superfluo visto che spesso è solo funzionale a creare ritmo per uno spettacolo che si teme possa essere piuttosto noioso. Sono in poche le seconde voci, ci viene in mente soltanto Adani, a volte forse Bergomi, ad azzardare una lettura della partita che vada oltre la descrizione di ciò che tutti vedono. Molte vecchie glorie fanno fatica anche prendere posizione su un fallo da rigore, perché il mondo è piccolo e non si sa mai…

Nella realtà gli ottimi ascolti delle partite di questo Europeo dimostrano che l’interesse per il calcio resta ben vivo al di là di quanto accade in campo e anche al di là del tifo (pare sempre che l’Italia di Mancini stia umiliando il Brasile di Pelé, sulla RAI in maniera assurda ma anche Sky non scherza), il problema piuttosto è come questo viene raccontato. Siamo certi che senza i commenti ‘tecnici’ delle seconde voci, ma anche gli entusiasmi artefatti delle prime e le inutili informazioni dei bordocampisti (tutti reticenti su ciò che viene detto in panchina, bravi solo ad anticipare di un secondo le sostituzioni), il pubblico sarebbe meno interessato e coinvolto?

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