La scoperta della NFL

24 Maggio 2012 di Roberto Gotta

Di scrivere un libro sono capaci quasi tutti, come dimostra purtroppo la recente storia dell’editoria sportiva. Dunque questo volume non è né un’impresa né, come suggerirebbe invece un caro amico, una rivalsa verso quei colleghi che, tanti anni fa, mi canzonavano per la mia passione per il football, invitandomi a seguire sport più popolari «altrimenti morirai di fame» (avevano ragione, con il football non si campa, ma c’è modo e modo di dirlo). E’ piuttosto una sospirata lettera d’amore a una disciplina per la quale ho fatto quel che difficilmente avrei fatto per altre. Un esempio, divertente anche se imbarazzante per l’illegalità involontaria? Quando a fine anni Ottanta lavoravo per una radio locale bolognese specializzata in sport proposi una diretta radiofonica delle finali di conference e del Super Bowl: era un periodo in cui tali finali si sarebbero viste in tv (in chiaro, perché esisteva solo quello) qualche giorno dopo, e il Super Bowl a 24 ore dalla disputa. Scrissi alla NFL per avere il permesso, sottolineando come fosse un’iniziativa senza fini commerciali e puramente romantica, di passione. E comunque la risposta arrivò a cose fatte. Come feci a fare la diretta di due finali di conference e del Super Bowl, allora? Semplice: chiesi al comando italiano delle Forze Armate Americane il permesso di seguire le partite presso gli studi AFRTS (Armed Forces Radio and Television Service) di Vicenza, e da lì, usando un normalissimo telefono preventivamente liberato da vincoli di segretezza, raccontai le partite per la radio. Senza ovviamente fingere di essere allo stadio, perché difficilmente avrei potuto far credere che ero stato al Giants Stadium per Giants-Redskins e pochi minuti dopo al Cleveland Stadium per Brown-Broncos, quella del The Drive di John Elway. Una serata, o meglio nottata, di ricordi caldi, per me: prima di tutto perché potei finalmente visitare gli studi dai quali partivano le trasmissioni radiofoniche che da anni seguivo da casa mia, sui 106 FM che miracolosamente arrivavano fino a Bologna; e poi perché all’epoca la diretta di una partita NFL era ancora una meraviglia, un’epifania misteriosa, un’apparizione celestiale, seppur concretamente tecnologica.

Share this article