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Calcio

La prima volta di Bulgarelli

Stefano Olivari 15/02/2009

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di Stefano Olivari

La carriera ad altissimo livello di Giacomo Bulgarelli si era di fatto interrotta nel 1966 a Middlesbrough, nell’episodio ricordato da tutti in questi giorni: Fabbri che lo rischia malconcio contro la Corea del Nord e il ginocchio che fa crack, con tutto quel che ne seguì. Azzurri in dieci, quello fu l’ultimo Mondiale senza la possibilità di sostituzioni, e di lì a poco di ritorno a casa in mezzo a polemiche anche pretestuose: Fabbri pagò sicuramente anche il fatto di non venire da un grande club (aveva fatto miracoli, ma con il Mantova) e quindi di non essere protetto da una classe giornalistica che all’epoca godeva ancora di un certo prestigio. Il primo Mondiale di Bulgarelli non fu però quello inglese, ma Cile 1962: quello dell’Italia selezionata da una commissione (uomo immagine Giovanni Ferrari) e fortissimamente condizionata dai giornalisti (memorabile il racconto di Sivori che dalla sua stanza origliava Gianni Brera mentre dettava la formazione a Ferrari). Dopo il buon esordio con la Germania Ovest, zero a zero giocando meglio della squadra di Herberger, e la famosa partita con il Cile persa a causa dell’atmosfera intimidatoria, in parte di Aston (non per gli episodi delle espulsioni, ma per la conduzione generale della partita), e di una formazione assurdamente ribaltata, l’ultima inutile partita con la Svizzera il 7 giugno al Nacional di Santiago. I padroni di casa ed i tedeschi si erano già qualificati il giorno prima, così la ‘commissione’ diede spazio a chi era stato fino a quel momento accantonato. Primo fra tutti il ventiduenne Bulgarelli, che fu il migliore in campo: regia perfetta, e dopo il gol di Mora su cross dell’amico Pascutti la seconda e la terza marcatura azzurra. Una in modo rocambolesco, in scivolata sfruttando un’incertezza del portiere elevetico Elsener, e l’altra in maniera più pulita su assist di Pascutti. Le immagini sono vecchie, ma nel momento in cui tutti fanno a gara nel dichiararsi suoi vecchi amici Bulgarelli ci piace ricordarlo così.
stefano@indiscreto

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