La firma di Recoba e Dybala

8 Luglio 2022 di Paolo Morati

Sono passati 25 anni, per l’esattezza era l’1 luglio, da quando l’Inter di Massimo Moratti annunciò l’acquisto di Álvaro Recoba dal Nacional di Montevideo. Per 7 miliardi di lire il patron nerazzurro si era assicurato il talento mancino classe 1976, inserito nella rosa affidata a Gigi Simoni dove di lì a poco sarebbe arrivato Ronaldo il Fenomeno. Il quale il 31 agosto 1997 all’esordio contro il Brescia avrebbe lasciato i riflettori del palcoscenico proprio a Recoba, subentrato a Ganz, capace di ribaltare il risultato con una doppietta indimenticabile ed infatti indimenticata.

Di Recoba abbiamo scritto tanto su Indiscreto, scatenando commenti e polemiche come capita per i veri grandi personaggi, ossia quelli capaci di dividere e far discutere. Poi arrivano quelli, anche interisti, che guardano su Wikipedia i trofei vinti da Tizio o da Caio, e vengono a dimostrare la loro bravura nel copia e incolla. Differenti modi di vedere il calcio: metafora delle nostre tristi vite, dove conta solo vincere, o sogno di bambini e soprattutto ex bambini? 

Per come la vediamo noi uno che vince c’è sempre, anche al torneo dell’oratorio, l’importante è l’emozione che si lascia a chi guarda. Al suo arrivo i numeri del Chino erano già fenomenali, 62 gol in 74 partite disputate, un po’ meno lo era il contratto iniziale: 700 milioni di lire a stagione fino al 2001. Poi ci fu quel rinnovo miliardario in scadenza – 8 miliardi netti all’anno – usato poi dai detrattori per rinfacciargli le e vere o presunte cattive prestazioni in un’Inter piena di campioni ma poco vincente, certo non solo per colpa sua.

Ecco che per noi Recoba resta il numero uno, da citare sempre e comunque, tra chi ha vestito la maglia dell’Inter (la 20) ed in generale chi ha giocato in Italia, proprio per quella sua capacità di incantare ma anche deludere repentinamente, e quindi di scatenare vere emozioni al di là delle 72 reti in nerazzurro, senza contare i tanti gol fatti fare agli altri (Vieri in primis) ma che non fanno statistica. Con la degna chiusura da vincente, lo diciamo a chi ama queste cose, al Nacional da dove era arrivato, e dove attualmente ricopre un incarico tecnico.

Intanto, a ogni punizione sulla mattonella mancina, il nostro pensiero è e sarà sempre e comunque “Se ci fosse ancora Recoba a calciare…”. Chi, su questo, potrebbe darci torto? Anche per questo ci dispiacerebbe che, nel caso, Dybala non arrivasse all’Inter. Dopo 15 anni Recoba avrebbe un degno erede, o quasi. Buon per Milan o Roma o chiunque eventualmente ingaggerà l’ex juventino, vorrà dire che noi ci faremo bastare il ricordo del Recoba originale e che di tanto in tanto ne scriveremo. 

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