Il possesso di Koeman

30 Settembre 2009 di Alec Cordolcini

di Alec Cordolcini

1. Le squadre di Ronald Koeman non sono mai belle da vedersi. Praticano un calcio speculativo, pieno di passaggi orizzontali e costruito su uno sterile possesso palla. L’esasperazione della gabbia di Hiddink modello Psv/Australia, oppure il Milan ancelottiano nella sua versione peggiore. Non è insomma un bello spettacolo, e lo diventa ancora meno quando i risultati latitano. L’Az di Van Gaal non praticava un calcio scintillante, ma era una squadra organica, solida e organizzata. L’Az di Ronald Koeman invece vive di fiammate, peraltro piuttosto pallide, che sopperiscono alla mancanza di una manovra armoniosa e, sopratutto, dotata di idee.
2. L’incontro di Champions con lo Standard Liegi ha punito la mentalità remissiva dell’ex tecnico di Vitesse, Ajax, Benfica, Psv e Valencia. I belgi non erano nella loro giornata migliore: mister Boloni, dopo lo sfortunato debutto contro l’Arsenal, aveva scelto di coprirsi snaturando in parte la vera anima dello Standard. Squadra che gira a mille solo quando gioca a mille, cioè attaccando. L’Az non ne ha approfittato, così come non aveva approfittato due settimane fa di un Olimpiacos in piena burrasca dopo aver cacciato Ketsbaia. In Grecia l’Az non aveva tirato in porta, puntando sfacciatamente allo 0-0. Al DSB Stadion lo ha fatto due volte con El Hamdaoui; gol nel primo caso, al termine di una bella azione sull’asse Martens-Dembele-Holman, grande parata di Bolat nel secondo. Poi una serie infinita di passaggi per arrivare al fischio finale.
3. Negli ultimi dieci minuti non si è visto alcun giocatore dell’Az nella trequarti avversaria, e questo nonostante la palla ce l’avessero quasi sempre gli olandesi. Un atteggiamento remissivo che è già costato tre punti in due partite. Nelle ultime uscite l’Az ha perso a Den Haag, in casa contro il Nec e ad Utrecht, battendo solamente lo Jong Ajax in coppa d’Olanda ai supplementari (doppietta di Dembele, giocatore di squisita tecnica che oggi non gioca nel Genoa solamente perchè l’Inter non ha pagato solo cash Milito e Thiago Motta). Forse qualcuno ad Alkmaar dovrebbe meditare sulla scelta compiuta in estate sul nuovo allenatore, prima che sia troppo tardi. O forse lo è già.
4. Perle in serie disseminate ieri dall’impreparato telecronista Sky nella telecronaca dell’incontro. Holman era Holmèn, Swerts (Sverts) diventava Suerts, El Hamdaoui si trasformava in El Hamdandaoui, venendo oltretutto spesso e volentieri confuso con Martens, Schaars (Skars) si ammorbidiva in Sciars e Kew Jalines (Kev Ialins) in Chiù Sgialins. La topica più grande però riguarda Pocognoli ”nato a Luik”. Dal momento che il telecronista, di cui abbiamo colpevolmente dimenticato il nome, ha parlato per tutta la partita di Standard Liegi (correttamente, dal momento che siamo in Italia), informare che il giocatore è nato a Luik, ovvero Liegi in fiammingo (pronunciata oltretutto Lüìk e non Lòk, se si vuol fare gli esperti almeno lo si faccia bene), non ha senso. Salvo non si stia ignorando di parlare della medesima città. Reduci dall’ottima telecronaca di Rubin Kazan-Inter targata Massimo Marianella, forse pretendevamo un po’ troppo. Però continuiamo a non comprendere perchè uno sport così (finto)popolare come il calcio stenti ad avere dei cantori professionisti adeguati.
wovenhand@libero.it
(in esclusiva per Indiscreto)
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