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Collezionare auto d’epoca

di Furio Fedele

Pubblicato il 2019-12-01

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Conviene investire nelle auto d’epoca? Possono rappresentare una fonte di guadagno sicura? Due domande che ogni appassionato di auto prima o poi si è posto. C’è chi le auto d’epoca le colleziona per hobby e chi per business, arrivando ad accumulare una vera fortuna. In entrambi i casi sono un investimento che può rendere bene più è datato, prestigioso e raro il veicolo.

Per definizione le auto d’epoca vengono ritenute tali dal trentesimo anno dalla prima immatricolazione: per questo viene specificata la differenza tra le ventennali e le auto classiche vere e proprie. Le prime sono automobili che stanno per diventare d’epoca, mentre le altre sono già di pregio storico. Come per l’arte, più sono antiche e più hanno valore.

Cosa ci vuole per collezionare auto d’epoca? Un tesoretto da investire e, come per tutte le cose, una grandissima passione. Questi sono gli ingredienti principali per avviarsi a un hobby che ha regole, soprattutto iniziali, ben precise. Esentate dal pagamento del bollo, le auto d’epoca richiedono una cura particolare, come l’iscrizione ai registri ufficiali d’auto d’epoca ASI (Automotoclub Storico Italiano), e la rigorosa verifica che ogni componente sia originale.

In molti casi l’investimento nasce dalla grande passione e dall’affetto per un modello che si è posseduto o che è appartenuto a qualche membro della famiglia. Non sono pochi quelli che hanno iniziato a collezionare partendo dall’auto ereditata dal proprio nonno. E chi non ha ereditato un’auto come può iniziare? Raduni e le manifestazioni riservate all’auto classica sono un’ottima palestra. Si può provare provare a entrare in trattative con qualche proprietario. «Automotoretrò» a Torino, «Autoclassica» a Milano e «Auto e moto d’epoca» a Padova sono gli appuntamenti annuali più in voga e quotati non solo a livello italiano.

Per iniziare è consigliabile puntare sulle auto cosiddette «youngtimer», ovvero quelle auto degli anni Ottanta e Novanta che hanno fatto la storia ma non sono ancora ritenute d’epoca. Quindi sono ancora di attualità le Golf GT II (dalla seconda generazione in poi); l’Alfa Romeo 75; la Fiat Coupé (dal 1994 al 2000); la Fiat Barchetta; l’Honda S2000 (1999-2004); la Bmw Z3 (1995-2002).

Altre regole fondamentali riguardano la pazienza di investire, oltre al capitale, perchè le auto classiche danno i loro frutti sul lungo periodo. Il valore delle auto aumenta con il tempo e i proprietari devono tenerle a lungo prima di poterle rivendere per guadagnare. In altre parole, se pensate nei prossimi anni di acquistare una casa non investite in auto d’epoca. A meno che i soldi proprio non vi crescano…

In questo millennio il valore delle auto storiche è aumentato anche con percentuali a 3 cifre, con una crescita di mercato superiore a quella degli investimenti in arte, vino o orologi. Solo i gioielli hanno fatto meglio nello stesso periodo, ma quasi esclusivamente per la crescita del prezzo dell’oro. Le quotazioni delle auto classiche hanno mostrato qualche cedimento quest’anno, ma molti appassionati hanno lo stesso speso anche somme ingenti per acquistare l’auto dei loro sogni giovanili.

Il giro d’affari a livello mondiale sfiora il miliardo di euro, il 40% dei quali è dovuto alle vetture da più di un milione di euro. Ma queste rappresentano appena il 2% del mercato, come numero di veicoli trattati. La parte più concreta e robusta è alimentata da Fiat 500, da Alfa Romeo degli Anni Sessanta, Settanta e Ottanta, da vecchie Porsche e Mercedes, dalle classiche roadster e berline inglesi: tutte auto alla portata di molti. 

L’acquisto di un’auto d’epoca richiede sempre grande attenzione e prudenza. Chi si appresta a scegliere un’auto d’epoca deve assicurarsi che il veicolo sia effettivamente in buone condizioni e soprattutto che corrisponda alla descrizione fornita dal proprietario. Dagli appassionati ai collezionisti, tutti quelli che acquistano auto d’epoca devono raccogliere il maggior numero possibile di informazioni dal punto di vista burocratico, tecnico e pratico.

Un esempio pratico sull’incremento dell’investimento. La Jaguar E-Type, ad esempio, ha oggi un prezzo di mercato circa 10 volte superiore a quello che aveva negli anni Ottanta. Inoltre non bisogna sottovalutare che le auto d’epoca richiedono una manutenzione periodica che potrebbe diventare piuttosto onerosa. Oltre ad essere economiche in termini di manutenzione, devono avere pezzi di ricambio facili da reperire.

Ma come bisogna comportarsi dovendo acquistare un’auto d’epoca? Innanzitutto occorre prepararsi adeguatamente, raccogliendo informazioni sul tipo di automobile che si vuole acquistare. Conoscere nel dettaglio tutte le caratteristiche dell’auto significa avere maggiori possibilità di individuare eventuali difetti e problematiche. La carrozzeria dell’automobile deve essere esaminata con perizia, in modo da individuare danni e imperfezioni poco visibili.

È necessario prestare attenzione anche ad eventuali riparazioni che non sono state dichiarate dal proprietario; rigonfiamenti nella vernice, ad esempio, possono rivelare un’opera di riverniciatura. Si tratta di dettagli che, inevitabilmente, diminuiscono il valore dell’auto d’epoca. Se il proprietario ha riparato o sostituito parti della carrozzeria e accessori, deve informare in anticipo il potenziale acquirente. Bisogna comunque aspettarsi imperfezioni e segni di usura, o persino malfunzionamenti. Prima di concludere la trattativa è utile verificare che tutti i meccanismi siano in buone condizioni.

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